Busto, il confronto di PoliticaMente accende lo scontro elettorale. Italexit contro tutti

BUSTO ARSIZIO – Ai Molini Marzoli va in scena il confronto elettorale organizzato da PoliticaMente, l’associazione fondata dall’assessore alla mobilità e sicurezza Salvatore Loschiavo. Su tasse, sicurezza, energia, PNRR e sanzioni alla Russia lo scontro politico entra nel vivo. Alfieri: «O si sta con le democrazie liberali o con Putin». Candiani: «Sanzioni sì, ma il prezzo non dobbiamo pagarlo solo noi». E Farioli, equidistante, attacca sia il PD che la Lega.

Il confronto

Meno partecipato (meno di un centinaio di persone presenti), ma forse più “sul concreto” e di certo più acceso rispetto a quello di tre giorni prima al Museo del Tessile, organizzato dai giovani di Politics Hub. Nel “salotto” dei Molini Marzoli si sono sfidati in cinque: Alessandro Alfieri (Pd), Stefano Candiani (Lega), Gigi Farioli (Azione-Italia Viva), Massimo Zanello (Italexit) e Claudio Zocco (M5S). Su cinque temi: tasse, sicurezza, energia, PNRR e politica estera.

Il fattore Italexit

Stavolta lo scontro politico, sempre estremamente civile, non è mancato. Con la presenza di Italexit, la forza “anti-sistema” dell’ex grillino Gianluigi Paragone, che ha portato una voce decisamente fuori dal coro. Attaccando a testa bassa gli avversari, tutti esponenti di partiti che hanno sostenuto il governo Draghi. «La Lamorgese è il tuo ministro. L’hai votata – l’affondo di Massimo Zanello all’indirizzo del leghista Stefano Candiani, che in risposta faceva “no” con la mano – siete lì insieme al governo con Giorgetti: non prendiamoci in giro. Hai dato la fiducia a Draghi, Lamorgese, Speranza: prenditi la tua responsabilità». Fino ad arrivare a toni ultimativi quando si parla di Unione Europea e di sanzioni a Putin: «Danneggiano noi e le nostre imprese e arricchiscono la Russia, mentre la Germania fa la furba e paga il gas russo meno di noi – tuona Zanello – bisogna avere il coraggio di andare in Europa e dirne quattro ai tedeschi. Con le buone o con le cattive». Quasi una dichiarazione di guerra.

Lo scontro tra poli

Le sanzioni sono un tema che scalda. «Dobbiamo sostenerle – chiarisce Candiani – ma il prezzo non deve essere pagato dagli italiani sì e dagli olandesi no». E Alfieri attacca: «Non si può traccheggiare: o si sta dalla parte delle democrazie liberali o dalla parte di Putin». Su Pnrr ed Europa, Alfieri ricorda che è il recovery fund «è una grande conquista, per rimettere in sesto la sanità territoriale e affrontare il caro energia, ma non bisogna inseguire gli amici dei partiti sovranisti come Orban», mentre Candiani sostiene che è necessario «contrattare termini temporali e capacità operativa nuovi per trasformarlo in strumento per la crescita e non solo spesa». Farioli invece ammonisce: «Incredibile solo pensare di farlo saltare». E rilancia: «Abbiamo 36 miliardi del mes sanitario da andare a prendere». L’ex sindaco di Busto è scatenato sulla questione del caro energia. Gigi mena un fendente a sinistra: «Tema complesso e troppo serio che non si può risolvere con un rosso o un nero», riferimento alla campagna “Scegli” di Enrico Letta. E uno a destra: «Fa ridere che chi ha detto a Draghi “vai a casa” oggi gli chieda di risolvere i problemi. E fa ridere quelli che hanno sostenuto un referendum anche con la maglietta “No alle trivelle” – nel mirino c’è Matteo Salvini – oggi dicano che vogliono i rigassificatori».

Batti e ribatti

Lega e Pd si beccano anche sulla flat tax. «Cuba 60 miliardi, quanto l’intero sistema di istruzione in Italia» sottolinea Alfieri. «No, costa circa 9 miliardi, come il reddito di cittadinanza. E farà emergere il sommerso» ribatte Candiani. Sulla sicurezza il candidato leghista ricorda, a proposito di accoglienza dei migranti, che «un miliardo e mezzo all’anno speso per mantenere persone obbligate a non fare nulla non va bene, mentre l’esponente del PD rilancia l’allarme sulla «criminalità organizzata, che ha inquinato anche il nostro tessuto sociale». Farioli smonta la retorica di Salvini: «L’equazione immigrazione-sicurezza è figlia di un’interpretazione fuorviante della realtà. Non servono né blocco navale né decreti sicurezza fallimentari. Quanti sono stati i rimpatriati?». Meno battagliero il candidato dei 5Stelle Claudio Zocco, che nell’appello al voto ricorda: «Quello che diciamo lo facciamo. RdC, taglio dei parlamentari, eliminazione delle pensioni d’oro. E gli stipendi noi ce li tagliamo e li restituiamo».

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