Busto,«Mio figlio in sedia a rotelle dopo l’incidente. Cerchiamo testimoni»

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BUSTO ARSIZIO – «Qui non si tratta di stabilire delle colpe. Credo sia importante dirlo subito, nessuna polemica. Qui si tratta soltanto di stabilire la verità. Per nostro figlio». Fabio, 14 anni, un ragazzino fantastico, oggi su una sedia a rotelle dopo l’incidente avvenuto lo scorso 14 novembre in via Piermarini.  Un ragazzino fantastico anche dopo l’incidente: studia, è circondato dall’amore di mamma, papà e del fratellino, si batte con quell’handicap che l’ha travolto, ma tanto vince lui. Perché con una famiglia così si vince sempre. Certo gli manca una cosa soltanto: sapere la verità, senza dare colpe o buttare la croce addosso a qualcuno, su quanto accaduto poco dopo le 15 di 5 mesi fa lungo quella strada. Strada che in tanti definiscono pericolosa. A partire da Ivan Forestieri, uno dei portavoce del comitato di Sant’Anna che chiede «Maggiore sicurezza».

La testimone si faccia avanti

Quel pomeriggio Fabio «è uscito con il suo cinquantino a fare un giro», racconta Romina, la madre. Con lui, in bicicletta, il fratellino più piccolo. «Mio figlio è prudente – racconta la mamma – Casco in testa e ha detto al fratellino di stare dietro di lui. Che quella stradina che si immette sulla via principale che porta all’autostrada e dove tutti sfrecciano è pericolosa». Un attimo e Fabio si è ritrovato travolto da un’auto guidata da una ragazza. «Sottolineo ancora una volta che non vogliamo attribuire delle colpe. Vogliamo soltanto sapere con esattezza cosa è accaduto». Perché ci sarebbe un testimone, o meglio una testimone. L’automobilista alla guida della macchina che l’auto che ha investito Fabio avrebbe cercato di superare. E che «avrebbe fatto inversione andando via», dice Romina, stando alle informazioni in suo possesso, subito dopo l’incidente. «Questa donna ci contatti – spiega la mamma di Fabio – Si faccia avanti. Racconti cosa ha visto. Ribadisco: qui non si tratta di colpe. Si tratta di dare la giusta ricostruzione dei fatti a Fabio. Che non ricorda a causa del trauma subito e che, come prima cosa, dopo essersi svegliato ha chiesto: “Cosa è successo”. Poi ha richiuso gli occhi. Noi cerchiamo questa testimone soltanto per potergli dare la risposta esatta. Certo ci sono indagini in corso, ma noi vorremmo che anche questa donna venisse ascoltata. Perché Fabio merita la verità». I genitori del quattordicenne stanno tappezzando Busto di volantini: «Chi ha visto qualcosa di quell’incidente del 14 novembre scorso si faccia avanti». E a questa donna si rivolgono tutti idealmente: quell’inversione a U si può cambiare oggi. Si può semplicemente contattando la famiglia di Fabio o in alternativa le forze di polizia.

«Telecamere e specchi per rendere sicura la strada»

A questo primo appello si aggiunge una seconda richiesta. «Si faccia qualcosa affinché quella strada non sia più così pericolosa – spiega Romina – Tanti ragazzi ci passano». La mamma di Fabio aggiunge: «Ci fosse stata anche soltanto una telecamera oggi sapremmo chi è, dalla targa, la testimone. Metteteci almeno uno specchio, perché tanti ragazzi la percorrono. Fare in modo che quanto accaduto a mio figlio non capiti ad altri ragazzi potrebbe essere un piccolo conforto. Che si faccia qualcosa per rendere quel tracciato più sicuro». Forestieri rincara: «Quel tratto della viabilità è stato teatro di incidenti gravi. L’incidente di Fabio è, purtroppo, soltanto l’epilogo di una lunga serie di tragedie. Cosa si aspetta ad intervenire? Non basta quanto già successo? Che una madre chieda almeno il posizionamento di una telecamera o di uno specchio che renda l’immissione sulla via principale più sicuro, mi pare il minimo sindacale per una città».

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