Busto, Chiara Guzzo candidata sindaco. È la terza contro il centrodestra

BUSTO ARSIZIO – È Chiara Guzzo, già funzionaria comunale del settore pubblica istruzione, la candidata sindaca della lista “La Sinistra Chiara”, promossa dal Partito Comunista Italiano e da esperienze dell’area di sinistra antifascista. «L’obiettivo è camminare insieme – le prime parole della neo-candidata – in una città disgregata dove manca il senso socialità e dove ci sono sempre meno occasioni di mutuo soccorso, anche prima della pandemia. Busto non attrae perché non è vivibile, perché è una città dove l’infanzia è negata. Ci impegneremo per una città a misura delle donne, una città in cui combattere l’inquinamento e la cementificazione».

La Sinistra Chiara

«Non siamo per le personalizzazioni però questo gioco di parole con il nome Chiara ci rappresenta – spiega Elis Ferracini, tra i promotori della lista – Chiara Guzzo è competente, ha una storia di conoscenza della cosa pubblica, non ha bandiere e tessere ma nei radar dei nostri impegni è sempre stata presente come donna di sinistra». Un altro storico esponente della sinistra bustocca, Sergio Barletta, si dice «sorpreso e felice» della candidatura dell’ex funzionaria comunale. «Di fronte al suicidio annunciato del centrosinistra diviso, il candidato unico l’abbiamo trovato, ed è Chiara Guzzo».

Alleanze? Porte aperte (e chiuse)

Sì, perché la Guzzo è la terza candidata a sinistra a Busto. Non proprio l’ideale se si vuole scalzare il centrodestra che qui governa ininterrottamente dal 1993. «Ma i canali sono tutti aperti, e non è uno slogan – chiarisce Elis Ferracini – questo è un cantiere, un laboratorio. Le porte sono aperte». Anche se il segretario del PCI Cosimo Cerardi sembra in gran parte chiuderle, alzando paletti verso M5S e PD: «Non possiamo andare con chi fino a ieri era con la Lega e ha sottoscritto i decreti sicurezza o un referendum che tagliato rappresentanza parlamento, né con il PD che ha assunto le linee politiche del centrodestra». E Barletta aggiunge: «Il PD in questi trent’anni ha fatto il minimo sindacale all’opposizione, non ha fatto il proprio dovere. E nell’altra coalizione vediamo ambiguità, incertezze, un assembramento culturale. La vera novità è Chiara Guzzo, un’opportunità straordinaria».

«Una città diversa»

La presentazione della nuova proposta politica a sinistra e della candidatura di Chiara Guzzo si svolge simbolicamente «tra il monumento alla Resistenza e il Tempio Civico, per dare un’impronta che fa riferimento alla Costituzione nata dalla Resistenza, e a valori quali antifascismo, solidarietà, inclusione, integrazione, dare voce agli ultimi», come spiega Elis Ferracini. Il comitato antifascista, di cui è tra i portavoce, «aveva dichiarato che non avrebbe partecipato alla competizione elettorale. E non parteciperà direttamente, ma nel percorso formativo fatto nei mesi scorsi è emersa la necessità di partecipare, sfociata in diverse esperienze che si stanno proponendo. Alcuni di questi semi, insieme al PCI ma aperto ad altre istanze, hanno generato questa proposta. Che è un progetto per costruire una città diversa».

Partecipazione nei fatti

«Una sinistra in grado di esprimere un progetto e una visione» quella che si raduna attorno alla figura di Chiara Guzzo, nelle parole del segretario del PCI Cosimo Cerardi. «Una visione altra, in cui il pubblico è decisivo per rispondere ai problemi sociali, della sanità, dell’istruzione, che non può essere data dal centrodestra, ma nemmeno da un centrosinistra trasversale alle linee politiche economiche del centrodestra. O c’è un inversione o sarà il declino della città». Il cambiamento della Sinistra Chiara è sostanziale: «Nella politica non c’è contatto con le persone – sintetizza Ferracini – di partecipazione se ne parla ma non la si rende fattiva». La candidata Chiara Guzzo ci prova: «Spero di essere all’altezza, non è facile governare una città con tutte queste contraddizioni, in un territorio dove ci sono poteri forti e mafia bisogna vigilare ma anche lavorare sulle piccole cose. Ma la donne hanno capacità di visione a 360 gradi e non vogliamo fare una sorta di  “governo-bis” dove decidono i tecnici ma non c’è la politica».

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