Busto, niente pre e post scuola: disagi per i genitori. Farioli: «Manca personale»

busto arsizio scuole sostegno

BUSTO ARSIZIO – «Una situazione di grande disagio». Così alcuni genitori di Busto Arsizio si immaginano il ritorno tra i banchi dei propri figli. «Dal momento che non verranno attivati i servizi di pre e post-scuola, noi famiglie saremo in grande difficoltà, soprattutto a causa degli ingressi scaglionati», denunciano. Un contesto confuso, nel quale si delinea un altro problema, quello del sostegno, per il quale scarseggia il personale ministeriale.

Niente pre e post scuola

Dal prossimo lunedì 14 settembre, gli studenti ritorneranno in aula. Ma in un comunicato congiunto degli istituti comprensivi della città si legge: «Nel rispetto della normativa anti-Covid, l’amministrazione comunale non potrà garantire i servizi di pre e post scuola fino al termine dell’emergenza sanitaria». Una notizia accolta dai genitori con non poco smarrimento. «Con gli orari scaglionati, sia in entrata che in uscita, come faremo a portare i bambini a scuola se lavoriamo?», si chiedono preoccupati. Una situazione che si aggrava ulteriormente per chi ha più di un figlio.

Non è ancora deciso

Ma l’assessore all’Educazione, Gigi Farioli, interviene prontamente a rassicurare gli animi. «Come amministrazione non escludiamo assolutamente la possibilità di fornire questi servizi. Ma stiamo valutando come renderli fruibili in forme nuove», spiega l’assessore. Che annuncia poi la partenza di un tavolo di confronto, dopo l’inizio dell’anno scolastico, anche con le cooperative del terzo settore e oratori per pensare a possibili partnership e soluzioni.

Da Roma non arrivano insegnanti

«I due problemi principali però – continua Farioli – sono la sicurezza sanitaria e il personale. In primo luogo, i dirigenti sono preoccupati delle responsabilità in caso di contagio». Seguendo alla lettera le linee guida, infatti, non si potrebbero affiancare bambini di classi e sezioni diverse nei gruppi di pre e post-scuola. «Così diventerebbe fortemente anti economico». C’è poi il nodo cruciale della questione: la carenza di personale ministeriale. «Noi abbiamo destinato tutti gli insegnanti e collaboratori a disposizione per garantire le lezioni in presenza. Ma dal Ministero non ne arrivano altri».

A rischio il sostegno

Una mancanza che si ripercuoterà anche, e sopratutto, sugli studenti con difficoltà di apprendimento e disabilità. «Il Comune ha dato il massimo per assicurare il supporto alle persone più fragili, che non vogliamo mettere ulteriormente in crisi. Infatti garantiremo le stesse ore degli anni scorsi. Il problema è che se da Roma non arrivano insegnanti, rischiamo di perdere molte ore di sostegno e come amministrazione non abbiamo più risorseumane, né economiche», conclude Farioli.

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