Guai e futuro di piazza Vittorio Emanuele a Busto in un documentario del Baff

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Manuela Maffioli, Sara Pinto e Alessandro Munari

BUSTO ARSIZIO – «Spero che i nostri politici facciano qualcosa per valorizzare piazza Vittorio Emanuele. Ma ora, non tra vent’anni». È questo l’appello di Sara Pinto, titolare di La Brebis Noire, che ha curato il documentario dedicato alla storia, tra trasformazioni, traversie e prospettive per il futuro, dell’ex piazza “Tri Cü” e presentato oggi, lunedì 8 novembre, nella sala Monaco della biblioteca comunale di Busto. Primo evento pomeridiano del Baff 2021 nella sua tranche novembrina: erano presenti la vicesindaco Manuela Maffioli, il presidente di B. A. Film Factory Alessandro Munari, Paola Poli e Steve Della Casa, direttori artistici del festival, e Paolo Castelli, coordinatore della sale di Sguardi d’Essai.

Gli eserciti del Risorgimento e un clown confuso

“La storia di ieri costruisce il domani”: nel documentario, a cui hanno contribuito gli studenti dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, si alternano le testimonianze di Antonio Tosi, Tiziano Riverso, Antonella Rabolini e Paolo Torresan ripercorrendo le vicende della piazza dalla Busto dell’Ottocento, punto di riferimento per il commercio del carbone e per la tradizione tessile, tanto da fornire le pezze per i soldati sia degli eserciti garibaldino e piemontese che di quello austriaco. Così come sono stati ricordati i suoi vari volti e i monumenti che ha ospitato, diventando piazza “dül Conti” e “Vitorio Manüel” fino all’attuale “Piazza nuova”, come è conosciuta dalle generazioni più giovani che nella seconda parte del filmato soccorrono il clown disorientato dai lavori in corso interpretato dal mimo Shinya Murayama.

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La via più breve per il palazzo della cultura

«Ora la sfida è rendere ancora più abitato questo luogo, che a noi sta particolarmente a cuore», ha dichiarato Maffioli. «La sua ultimazione è recente, ma, come è successo per tutto, gli ultimi due anni sono stati un po’ pesanti. A intermittenza ha però ospitato alcune iniziative e, già all’indomani del suo completamento, la decisione è stata di aprire i due cancelli di Palazzo Cicogna. Non solo per consentire un passaggio rapido, creando un’ideale punto di fuga verso il centro o l’esterno, ma anche mostrando come il cuore della cultura si apra a quella che è l’agorà e, nel contempo, attraverso la piazza sia offerta la via più breve per accedere al palazzo della cultura. Ora lo sforzo sarà indirizzato verso gli spazi commerciali. Sara Pinto e i titolari delle altre attività, che sono riusciti a sopravvivere a cantieri e interdizioni varie, sono degli eroi».

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Un punto d’incontro per i giovani

«Busto non deve dimenticare i suoi gioielli. Ci sono tante cose che potrebbero essere recuperate, come la sua forte tradizione riguardo al liberty», ha commentato Munari. «Spero che piazza Vittorio Emanuele diventi sempre più viva, con giovani che rispettino la città come quelli rappresentati dal documentario».
«Vorrei proprio che fosse dedicata a loro, e che i nostri politici facessero di tutto per realizzare presto questa cosa», ha ribadito Pinto. «Tra gli interventi più urgenti metterei sicuramente una maggiore illuminazione: non sappiamo niente per le luci di Natale, gli attacchi non si sono ancora visti. Quanto alla mia attività, è in fase di realizzazione un mondo, sulla falsariga dei globi di WePlanet, che sarà esposto in vetrina. Il progetto sara presentato l’ultima domenica di questo mese e sogno che sia seguito da un altro, la creazione di uno spazio dedicato ai bambini autistici».

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