Busto, Munari: «Il Baff vuole rilanciarsi ma serve il sostegno pubblico»

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BUSTO ARSIZIO – Per Alessandro Munari il bilancio della prima parte del Baff 2021, che si è conclusa ieri, domenica 19 settembre, «è estremamente positivo, sia pure con le inevitabili limitazioni per il Covid». Come ha dichiarato il presidente di BA Film Factory e dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, «in vista dell’edizione ventennale del festival cercheremo di fare i fuochi d’artificio»: ma per poter mettere in cantiere un ampliamento della manifestazione, da un punto di vista economico ma anche geografico, è necessario il supporto delle istituzioni.

La risposta del pubblico

«Da quanto ho potuto vedere, in questi tre giorni il pubblico, nonostante mobilità e posti ridotti, ha risposto con interesse alle iniziative che abbiamo proposto. Come ospiti abbiamo avuto persone deliziose, a partire da Elisabetta Pellini che con il suo film ha toccato un tema di forte attualità. Nada, oltre alle sua notevoli doti artistiche, ci ha dato una grande lezione umana e mi ha colpito la simpatia di Massimo Ghini, già noto per la sua bravura; lo stesso è successo per Alessandro Rossellini che, sebbene porti sulle spalle l’eredità pesante del nome, ha avuto modo di dimostrare la sua capacità di comunicatore con gli spettatori». Resta l’inevitabile confronto con il più ampio respiro delle edizioni del passato, che hanno visto arrivare a Busto Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Francis Ford Coppola e Carlo Rambaldi.

Fondi e sponsor

La speranza è di poter ampliare il budget del festival, senza dimenticare le ricadute che potrebbe avere sull’indotto, ma «non è semplice, per fare qualcosa ci vogliono dei fondi. A questo proposito ci sono due aspetti di cui tenere conto: innanzitutto le amministrazioni comunali hanno sempre problemi di bilancio ed è giusto che, oltre alla cultura, si occupino dei problemi sociali ed economici delle loro comunità. In apertura del Baff ho parlato dell’avvicinamento di sponsor, in città abbiamo tante importanti realtà economiche. Penso, per esempio, a nomi come Eolo o Yamamay, che investono molto nella comunicazione e potrebbero magari dare vita a eventi mirati. La scelta è stata anche di aderire alla linea della sobrietà rappresentata dal presidente del Consiglio Mario Draghi. La cultura non deve essere una Cenerentola però, in questo momento, tutti quanti dobbiamo fare un sacrificio».

Un ampliamento a livello regionale

«Fin dal primo giorno ho detto che il Baff doveva aprirsi sul territorio contiguo ma non solo», ha aggiunto Munari riguardo a un’espansione oltre i confini di Busto. «Come nel caso degli esperimenti che organizzati nei cinema di Milano, o della liason che continua con il Teatro Dante di Castellanza e la Sala Ratti di Legnano». Quanto ad alleanze con altre manifestazioni, «conosco Cortisonici a Varese e abbiamo già stretto una collaborazione con il Festival del Cinema Nuovo, dedicato alla disabilità. Sarebbe bello un ampliamento a livello regionale ma, come sempre, bisogna fare i conti con l’oste: a fronte di buone idee, è necessario avere qualcosa per veicolarle, cioè coordinamenti e fondi». Senza dimenticare che la rassegna si regge in larga parte sull’opera dei volontari: «Non ci possiamo permettere di andare dietro a velleità generiche. Occorre che si fa avanti metta in campo qualcosa».

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