È Maggioni il capogruppo PD a Busto. E invoca «un clima di collaborazione»

I capigruppo in consiglio comunale a Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO – È Maurizio Maggioni il nuovo capogruppo del PD in consiglio comunale. Era l’ultima “casella” ancora mancante in vista della seduta di insediamento della nuova assemblea, in programma domani, martedì 9 novembre alle 20, con i due punti caldi delle incompatibilità e dell’elezione del presidente e dei vicepresidenti del consiglio. «Puntiamo a lavorare affinché si crei un quadro di collaborazione in consiglio tra maggioranza e opposizione – annuncia Maggioni, leader del centrosinistra a Busto e principale rivale del sindaco Emanuele Antonelli alle recenti elezioni amministrative – e sarebbe auspicabile risolvere i problemi di incompatibilità prima dell’apertura dei lavori del consiglio».

L’avvio della consigliatura

Il Pd ha fatto la sua scelta: sarà il già candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Maurizio Maggioni il capogruppo in sala esagonale. Succede a Valentina Verga, che aveva guidato la compagine Dem nella scorsa consigliatura. «Dovremo definire il comportamento da tenere nei confronti delle proposte emerse sulla stampa» rivela Maggioni a proposito del voto per la presidenza dell’assemblea, su cui la maggioranza non sembra disposta a lasciare spazi di discussione rispetto alla decisione di affidare l’incarico a Laura Rogora di Forza Italia. «Stiamo valutando quali argomentazioni portare, se presentare una nostra candidatura e cosa chiedere – aggiunge il neo-capogruppo – la nostra idea è di lavorare affinché le cariche della presidenza, della vicepresidenza e delle presidenze di commissione, a prescindere dai partiti, creino un quadro di collaborazione in consiglio».

Un quadro di collaborazione

Maggioni non usa la parola condivisione, anche perché la scelta della maggioranza ad oggi non è mai stata considerata negoziabile. «Colloqui con le forze di maggioranza non ce ne sono stati – ammette il capogruppo PD – ma la posizione, che ritengo logica e condivisibile, è di individuare una formula concordata per far funzionare bene il consiglio comunale al di là delle posizioni di maggioranza e minoranza. Poi entra la politica, anche se in questo caso non dovrebbe entrare, ma se entra ne prendiamo atto. Guardiamo ad un quadro di condivisione, è un auspicio di contesto». Sarebbe un modo per partire con il piede giusto, detto fuori dal “politichese”.

Il caso delle incompatibilità

Sul clima che si vivrà in aula peserà però la questione dei “profili di incompatibilità” su cui si è espresso il segretario generale alla vigilia della seduta e su cui i Dem ribadiscono la necessità di chiarezza. «Una soluzione sarebbe auspicabile prima dell’apertura dei lavori del consiglio – fa sapere Maurizio Maggioni – noi prenderemo atto delle valutazioni del segretario generale, dato che la legge consente di dare la possibilità ai consiglieri, la cui compatibilità è “problematica”, di compiere le loro scelte entro 10 giorni. A seconda di cosa diranno già domani (9 novembre), capiremo quale sarà il clima in vista dell’elezione del presidente». Perché al di là delle indicazioni contenute nei pareri, «i consiglieri sono nel pieno delle loro prerogative, se però poi scelgono di recedere dalla carica o non rimuovere le cause, c’è il rischio dal punto di vista politico più che giuridico di inficiare» il voto sulle presidenze e vicepresidenze. E questo, per il capogruppo PD, è un tema su cui riflettere «a prescindere dalle appartenenze di partito».

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