Busto, il segretario: per Testa e Sabba «profili di incompatibilità», non per Lanza

Da sinistra, Patrizia Testa, Matteo Sabba e Giuseppina Lanza

BUSTO ARSIZIO – Su Patrizia Testa e Matteo Sabba pendono «potenziali fattispecie di incompatibilità», su Giuseppina Lanza invece no. È questo, in sintesi, quanto scrive il segretario generale del Comune di Busto Arsizio a proposito dei chiarimenti richiesti sulla sussistenza di eventuali cause di incompatibilità degli eletti al consiglio comunale, alla vigilia della prima seduta della nuova assemblea civica di martedì 9 novembre, in cui al primo punto all’ordine del giorno c’è proprio la delibera di convalida dei consiglieri eletti. Sarà infatti l’aula ad esprimersi, dopo aver valutato le eventuali controdeduzioni degli interessati.

I chiarimenti

I dubbi sulle posizioni dei tre consiglieri eletti fanno discutere ormai da giorni a Busto, ora è il segretario generale Domenico D’Apolito a mettere nero su bianco il suo parere tecnico-giuridico. Anche per rispondere alle «richieste di chiarimenti in merito al possibile configurarsi di profili di incompatibilità» poste evidentemente dagli stessi consiglieri. Pareri che sono stati allegati alla convocazione della seduta inaugurale del consiglio comunale, in cui il primo atto riguarda l’esame delle condizioni degli eletti, ovvero la dichiarazione da parte dell’aula dell’assenza di motivi di ineleggibilità e incompatibilità in capo ai consiglieri. Situazioni, come scrive il segretario generale, che devono essere «valutate caso per caso».

Patrizia Testa

A proposito della presidente della Pro Patria Patrizia Testa, la più votata della lista civica Antonelli Sindaco, il segretario generale ravvisa «una potenziale fattispecie di incompatibilità sotto due profili», quello di titolare o amministratore di una società a cui, da un lato, è affidata la gestione di un bene pubblico (lo stadio Speroni, con una convenzione tra Comune e Pro Patria datata 2018), e che, dall’altro, riceve quasi ogni anno i contributi ordinari del Comune per le società sportive.

Matteo Sabba

Anche per il presidente del Distretto urbano del commercio Matteo Sabba, consigliere eletto per la lista civica Antonelli Sindaco in seguito alla cessazione dei tre eletti della lista che hanno assunto il ruolo di assessore, il parere del segretario generale «configurarsi due potenziali fattispecie di incompatibilità sotto due profili», come amministratore di un ente partecipato almeno al 20% dal Comune e sovvenzionato dallo stesso (il Distretto) e come titolare o amministratore di una società (Sabba risulta presidente del consiglio direttivo dell’associazione BB3.0-La Tribù di Busti Grandi) che ha in affidamento la gestione di un bene pubblico, in questo caso il parco Comerio con il suo chiosco-bar. In entrambi i casi, secondo il parere di D’Apolito, «si può ravvisare sia l’elemento soggettivo sia la condizione oggettiva contemplata dalla norma» del testo unico degli enti locali, tali per cui gli interessati potrebbero apparire come «portatori di un proprio specifico e “particolare” interesse».

Giuseppina Lanza

Diversa la situazione di Giuseppina Lanza, dipendente Alfa attualmente distaccata al Gruppo CAP, eletta in consiglio comunale nella lista dei Riformisti-Lavoriamo per Busto. In questo caso è emerso che Lanza, come aveva già dichiarato, non ha incarichi direzionali o dirigenziali nelle due società pubbliche, pertanto, a detta del segretario generale, «non paiono configurarsi profili di incompatibilità con la carica di consigliere comunale».

Cosa succederà ora

Quelle del segretario generale di Palazzo Gilardoni non sono sentenze, ma pareri autorevoli, peraltro attesi dalle forze di opposizione, di cui non si potrà non tenere conto. Anche se, come puntualizza lo stesso D’Apolito nelle sue relazioni, «spetta all’organo consiliare valutare, in relazione ai casi specifici, e in contraddittorio con le eventuali osservazioni dei consiglieri interessati, la ricorrenza di circostanze di cui all’articolo 63», quello appunto che regola le incompatibilità. Se verranno contestate con il voto dell’aula, peraltro, ciascun eletto avrà dieci giorni di tempo per «eliminare la causa di incompatibilità» rilevata, e rimanere così in consiglio comunale. Anche se poi la stessa contestazione potrà essere formulata da qualsiasi cittadino con la cosiddetta “azione popolare”.

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