BUSTO ARSIZIO – “Oramai è un avverbio affascinante, sa essere definitivo quanto fonte di possibilità, è una ghigliottina o una porta che si apre, ha due anime contrapposte”. Così come i due personaggi dell’ultimo e omonimo libro firmato da Alice Cislaghi, poetessa di Busto Arsizio che ha raccontato in versi liberi la storia d’amore di Telmo ed Ebe; lo scorrere del tempo, qui visto al confronto con l’occasione, è uno degli temi ricorrenti nelle opere dell’autrice, alle quali si è aggiunto a fine 2020 un nuovo capitolo dopo le sillogi “La distanza dei miracoli” (2009), “Fluire di clessidra” (2015) e “Punto e virgola” (2019).
L’idea di una storia in versi e l’isolamento
«Tutto era già nato anni fa nella mia testa. Avevo l’idea di non limitarmi a una poesia singola, ma creare una storia in versi», ha spiegato Cislaghi, studi nelle materie economiche e una passione per le lettere e il teatro. «A favorire la stesura di “Oramai” è stata la situazione di isolamento che si è venuta a creare in seguito al lockdown. Si è riproposta la problematica del tempo: mentre prima non bastava mai, in quel momento se ne era generato un surplus, con un suo peso. Era troppo, così tanto da non sapere come utilizzarlo. Mi sono allora detta: “Perché non scrivere una storia d’amore sul tempo, come se fosse un uomo, una delle figure protagoniste?” E l’opera è stata realizzata in due mesi».
Da San Gimignano alla corte di Vienna
È stata rappresentata la storia di un amore assoluto, nella quale si cela una dinamica tra opposti: viene presentato in modo metaforico il dualismo tra finito e infinito, tra illusione e delusione. «Un viaggio attraverso una sorta di ruota panoramica, una macchina del tempo», ha osservato la poetessa, che disegna da sé le copertine delle proprie opere e per il futuro progetta di cimentarsi con un thriller. «Ognuno può vederci qualcosa di suo, come un timone o delle lancette, ed è questo il bello. Ho aggiunto dei riferimenti ai miei viaggi, ambientando le vicende in Toscana, a San Gimignano, a Torino e alla corte di Vienna, luogo a cui sono legata per aver frequentato una scuola di danze dell’Ottocento».
Istanti irripetibili
«Bisogna assaporare gli istanti irripetibili. Se, però, misurando tutto, poniamo limiti agli slanci spontanei, perdiamo l’essenza della felicità. Certo, a volte si rimane sgomenti perché sfuggono i desideri e si allontanano»: sono queste le parole usate da Alessandro Quasimodo, regista figlio del celebre poeta Salvatore Quasimodo e poeta a sua volta, Salvatore Quasimodo e poeta a sua volta, per descrivere il messaggio di “Oramai”. «Sono soddisfatta del rapporto con la mia casa editrice, Aletti mi ha seguito in ogni passo dell’opera», ha ricordato Cislaghi. «Tra gli autori proposti per per la prefazione ho scelto quello che sentivo più vicino, per lo stile conciso da lui adottato nelle dirette letterarie che ho visto. Preferisco un linguaggio diretto e più stringato, negli anni sono arrivata a scrivere poesie ermetiche».
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