Busto, prorogato il divieto di asporto di alcolici al bar di piazza Vittorio Emanuele

BUSTO ARSIZIO – Non c’è ancora pace in piazza Vittorio Emanuele. La polizia locale accerta la violazione del divieto della vendita da asporto di bevande alcoliche che era stato emesso il 10 luglio scorso nei confronti di un bar di piazza Vittorio Emanuele, così scatta una proroga dell’ordinanza di divieto: per altri 30 giorni non si potranno acquistare alcolici da portar via nel bar che si trova in una delle piazze della movida di Busto.

La prima ordinanza

Il divieto dell’asporto di alcolici nelle ore serali e notturne (dalle 20 alle 7 del mattino successivo), per 30 giorni, era stato stabilito in seguito all’eclatante episodio che si era verificato nella serata di giovedì 9 agosto (una rissa tra giovanissimi finita nel sangue dopo una bottigliata alla gola ad un 14enne), come risposta repressiva in quella che veniva definita nell’ordinanza come una «piazza a forte rischio di risse per la presenza di gruppi di minorenni in “libera uscita” in un contesto di forte disagio che caratterizza le serate d’estate», a fianco della risposta costruttiva, che consisteva nella concessione dei tavolini al pub The Millenium, che poi aveva rinunciato non senza polemica alla richiesta di posizionare un dehors nella piazza che si affaccia su palazzo Cicogna.

La proroga del divieto

Così oggi, 13 agosto, il sindaco Emanuele Antonelli ha firmato una nuova ordinanza con cui viene reiterata per altri 30 giorni la misura del divieto della vendita per asporto di bevande alcoliche dalle 20 alle 7 «a fronte del pregiudizio e del disagio arrecati alla quiete, sicurezza e ordine pubblico». La decisione è stata presa in seguito al verbale della polizia locale della sera del 6 agosto – sempre giovedì, la notte delle “vasche” dello shopping in centro con i negozi aperti – in cui si accertava che nel bar sottoposto alle restrizioni «veniva effettuata la somministrazione e la vendita di bevande alcoliche, in bicchieri di plastica appositamente per l’asporto». Una linea dura che, si legge nell’ordinanza, l’amministrazione si riserva di «applicare» anche a «tutti gli altri esercizi commerciali posti nelle vicinanze di aree e luoghi pubblici», dove potrebbero verificarsi gli stessi «inconvenienti».

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