Busto, Millenium amaro: «Avremmo presidiato noi la piazza, terra di nessuno»

BUSTO ARSIZIO – «Avremmo presidiato e dato lustro alla piazza Vittorio Emanuele, dando lavoro a 8 persone fisse e con la prospettiva di poter realizzare qualcosa anche a lungo termine. Ma l’odissea della burocrazia ci ha tagliato le gambe. Un’occasione persa per la città». Ci avevano creduto, e ci avevano provato. Ma l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico della piazza è arrivata 43 giorni dopo la richiesta. E adesso, per Marcello Ardito e Sara De Vita, i titolari del pub The Millenium di via San Michele, è troppo tardi per potersi sobbarcare l’onere di cambiare volto a quella piazza che «era terra di nessuno» e adesso è «in preda alle gang».

Niente tavolini in piazza VittorioEmanuele a Busto: il pub The Millenium rinuncia

L’amarezza degli imprenditori

Avevano immaginato «un sontuoso dehor» in quei 175 metri quadrati di piazza deserta, per iniziare dal ponte del 2 giugno a ravvivarla e per far rientrare al lavoro alcuni dei loro dipendenti ancora in cassa integrazione, avendo spazi ridotti nel loro locale di via San Michele. «Ci siamo messi a progettare subito dopo l’emanazione delle linee guida del Comune, abbiamo superato tutte le criticità, fino a che il 28 maggio abbiamo presentato la nostra richiesta e ci è stato detto che in un paio di giorni ci avrebbero dato risposta – racconta Marcello Ardito – ed è lì che è iniziata l’odissea, perché nessuno in Comune si è preso la responsabilità di decidere». E l’autorizzazione concessa venerdì 10 luglio, all’indomani dell’accoltellamento in piazza, è suonata come «una beffa» per i titolari del pub.

Presidio sulla piazza

«Quella piazza ci ha creato problemi per anni, con il cambio della viabilità, e ha fatto chiudere attività storiche come il panificio di via Marliani (che ha sfornato brioche notturne per generazioni di giovani, ndr) – continua Marcello Ardito – finalmente poteva darci qualcosa di positivo. Anche perché da tempo allertiamo su quel che succede in quella piazza». Il Millenium avrebbe portato 200 coperti, con strutture mobili «eleganti», avrebbe dato da lavorare a 8 persone e avrebbe «presidiato l’intera piazza, impedendo i bivacchi», fa sapere il titolare. «Abbiamo il nostro stile e la nostra clientela, sono sicuro che con i nostri tavolini avremmo evitato tutti i problemi che si stanno verificando in piazza Vittorio Emanuele. Così come non ci sono problemi in piazza San Giovanni e in piazza Santa Maria».

«Occasione persa»

La storia invece è andata diversamente. «Credo che non sia stata subito colta un’iniziativa utile per la città, un’occasione da prendere al volo – sottolinea Ardito – per noi sarebbe stato anche un test, per capire se in futuro avremmo potuto investire per creare qualcosa in piazza Vittorio Emanuele». Una luce nel deserto, che non si accenderà. «Ora non è più proponibile, non solo per i problemi di sicurezza ma anche per la sostenibilità dell’investimento». E così, addio tavolini, addio posti di lavoro, addio (chissà) vivibilità della piazza. E la sicurezza rimane un problema che le forze dell’ordine dovranno tenere sotto controllo.

La lettera all’amministrazione

In data 28 maggio, abbiamo presentato richiesta di occupazione del suolo pubblico della Piazza Vittorio Emanuele II, per la collocazione di tavoli sedie, arredo, destinati all’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Il tutto, solo dopo aver effettuato un attento sopralluogo di fattibilità con i nostri tecnologi, con i quali abbiamo risolto ogni possibile criticità. Prima di inviare la richiesta ufficiale, abbiamo presentato il progetto al Presidente del Distretto, il quale avallava favorevolmente l’iniziativa.
Inviata la richiesta via Pec, ci veniva comunicato che entro un paio di giorni avremmo avuto risposta, ma che in linea di massima l’Amministrazione era favorevole.
Nel frattempo la scrivente si adoperava per la realizzazione di un sontuoso dehor nello stile che ci caratterizza da sempre e che riteniamo idoneo alla Piazza. Vengono presi accordi commerciali e partnership importanti. Pronti per partire il primo week end di giugno.
Il progetto viene presentato con i seguenti contenuti:

  • concessione degli spazi aperti dopo chiusura per Covid 19
  • dare vita positiva e visibilità ad una Piazza vuota e deserta e favorirne in futuro nuove attività
  • far rientrare dalla cassa integrazione tutti i dipendenti
  • creare nuovi posti di lavoro per i giovani
  • presidiare una Piazza che stava diventando terra di nessuno, più volte durante l’inverno avevamo lanciato l’allarme

Dal 28 maggio abbiamo atteso invano quei due giorni promessi per la risposta, nel frattempo le partnership intraprese iniziavano a spazientirsi e chiedere certezze. Nessuno più si sente, inizia il balzello di responsabilità da un ufficio all’altro.
A questo punto, passato oltre un mese, comunichiamo alle partnership di ritenersi liberi, che purtroppo è iniziata la solita trafila burocratica, un vero cancro della nostra società.
Nel frattempo nella Piazza Vittorio Emanuele II , il degrado prende il sopravvento, ciò che denunciavamo da tempo, purtroppo diventa sempre più radicato, al punto che i nostri stessi clienti e cittadini evitano di passarci. Vere e proprie gang di giovani facinorosi, si sono appropriati della terra di nessuno, scaricano cartoni di alcolici acquistati nei supermercati, spacciano, si ubriacano, importunano e minacciano chiunque passa dal loro territorio. Diventa il problema cittadino, quotidiani e social sono pieni di articoli e lamentele dei cittadini.
Giovedì 9 luglio si arriva all’aggressione di un 14enne che viene ferito alla gola, con una bottiglia rotta, siamo al culmine. Cosa fare?
Venerdì 10 nel tardo pomeriggio, viene inviata alla scrivente una PEC, dell’avvenuta autorizzazione degli spazi richiesti. Ben 43 giorni dopo averla presentata.
La serietà e professionalità che ci contraddistingue da oltre un ventennio, ci obbliga nostro malgrado a rifiutare la concessione per le seguenti motivazioni:

  • non siamo abituati ad improvvisare, tutto deve seguire un iter, organizzazione, programmazione
  • gli investimenti necessari erano congrui partendo da giugno e non oltre metà luglio, non possiamo rischiare di mettere ulteriormente in difficoltà un’attività già provata dall’effetto Covid 19 che conta 28 dipendenti
  • volevamo crescere e curare nei minimi particolari la Piazza dall’inizio come merita, come un fiore che curi quotidianamente, invece sembra che dobbiamo intervenire per cercare di porre rimedio ad una situazione sfuggita di mano, di non nostra competenza.

Grazie, ma a malincuore rinunciamo, non possiamo mettere a repentaglio i nostri collaboratori, il nostro nome, la nostra attività, la nostra serietà.

Marcello Ardito – Sara De Vita

busto millenium tavolini piazza – MALPENSA24