Busto, la Provincia vende lo scalo di Sacconago per sistemare il bilancio

busto provincia sacconago

VARESE – Villa Recalcati cede lo scalo intermodale di Sacconago a Busto Arsizio e dà una sistemata al bilancio. L’area ferroviaria di Sacconago cambia così padrone: non è più della Provincia di Varese. Ora lo scalo ferroviario è di proprietà delle Ferrovie Nord, che a sua volta lo darà in gestione alla società controllata che si occupa della gestione dei terminal.

Villa Recalcati aveva da tempo inserito il terminal di Sacconago, che sorge nella zona industriale di Busto Arsizio, nel piano delle alienazioni e valorizzazioni. E la sua cessione, che secondo la calendarizzazione sarebbe dovuto avvenire entro la fine del 2018 per rispettare il cronoprogramma di rientro dal disavanzo dell’Ente, è avvenuta proprio nei giorni precedenti la fine dell’anno appena passato. Nelle casse della Provincia sono così entrati 4 milioni e 350 mila euro e la quota del 2018 prevista per risanare il bilancio è stato totalmente coperta con questa cessione. Lo scalo di Sacconago non è l’unico bene bustocco che la Provincia, in quanto proprietaria, ha ceduto per rimettere in senso le casse dell’ente. Nel 2016, infatti, Villa Recalcati cedette al fondo Invimit la vecchia caserma dei carabinieri monetizzando 1 milione e 100 mila euro.

L’iter di cessione dello scalo è iniziato sotto la presidenza Vincenzi e non si è interrotto con l’arrivo a Villa Recalcati di Emanuele Antonelli. A seguire e chiudere la partitA, in questo avvio di nuova amministrazione, è stato il segretario generale Mariangela Danzì, che, stando alle voci, ricoprirà il suo ruolo ancora per qualche settimana. Nell’attesa che, su indicazione del nuovo presidente, venga nominato il suo successore, che dovrebbe essere Antonella Guarino, l’attuale segretario generale di Busto Arsizio.

Il terminal, realizzato sulla base di un accordo di programma che vedeva coinvolti anche Regione Lombardia e Ferrovie Nord è sempre stato gestito da quest’ultima realtà, la quale, annualmente versava una quota annua. Ora però l’opera è stata totalmente riscattata.

L’opera, costata 10 milioni di euro, è stata realizzata nel 2008 e secondo le previsioni avrebbe dovuto rivoluzionare il traffico delle merci e spostare la loro movimentazione dalla gomma al ferro. In realtà lo scalo è sempre stato sotto utilizzato e non è mai realmente decollato secondo le intenzioni. Solo recentemente i cinque binari che corrono nell’area di questo snodo, sono tornati a dare segnali di vita.

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