Busto, scontro sul Campus. «Si farà il palaginnastica». «Dubbi inascoltati»

BUSTO ARSIZIO – «Il palaginnastica si farà» assicura il sindaco Emanuele Antonelli all’indomani dello stop alla maxi-operazione del Campus sportivo di Beata Giuliana, la cui aggiudicazione è stata revocata dal Comune per i ritardi seguiti alla lite tra le società del raggruppamento di imprese che avrebbero dovuto avviare la realizzazione delle strutture. Ma il suo principale rivale alle elezioni, il già candidato sindaco del centrosinistra Maurizio Maggioni, ricorda «i dubbi sollevati da più parti sulla dimensione dell’opera e sull’adeguatezza delle società partecipanti, di fronte ad una maggioranza compattata attorno al sindaco, che accusava i critici addirittura di essere il “partito del No”».

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La situazione

Con la revoca del l’aggiudicazione della gara di project financing, l’iniziativa decade e l’operazione da 35 milioni di euro per realizzare palaghiaccio, palaginnastica e altre strutture dove oggi sorge lo “scheletro” di legno e cemento di via Minghetti, non si farà più. Il pool di imprese ha 30 giorni di tempo per fare ricorso al Tar contro la decisione di palazzo Gilardoni. Cinque anni fa, quando la fidejussione irregolare portò all’esclusione della VIP Immobiliare, che si era aggiudicata la prima gara di project financing del Campus sportivo, il Tar si espresse, dando ragione al Comune, dopo circa 9 mesi. Il rischio di perdere altro tempo in un contenzioso legale c’è, ma l’amministrazione punta ad accelerare sul progetto del palaginnastica, per il quale sono stati stanziati 4,5 milioni di euro, dotazione pubblica che era stata messa a disposizione del project financing e che ora il Comune può utilizzare per costruire la nuova “casa” della Pro Patria Bustese Sportiva.

Il PD all’attacco

E se la giunta scarica le responsabilità sugli operatori privati, l’opposizione di centrosinistra non si accontenta di questa versione. Perché è vero che è «l’inadempienza del raggruppamento di imprese» ad aver determinato l’esito dell’operazione, ma per Maurizio Maggioni, neo-consigliere PD, «i dubbi sulla grande dimensione dell’opera e sull’adeguatezza delle società partecipanti e sul loro raggruppamento erano stati sollevati da molte parti, dal 2019 e poi ripetutamente in consiglio comunale». Insomma, secondo i Dem «il Comune si è ingabbiato nelle more di un’operazione sempre meno credibile». Ecco perché ora Maggioni chiede «un ripensamento» sull’opera e sulla destinazione dell’area di Beata Giuliana, ma invoca anche «partecipazione prima di assumere orientamenti e decisioni».

La nota di Maggioni (PD)

La vicenda del promesso Campus Sportivo di Beata Giuliana dopo molti anni si conclude con un nulla di fatto, prima di tutto per l’inadempienza del raggruppamento di imprese che non è stato in grado di mantenere gli impegni assunti.

Non va dimenticato però che i dubbi sulla grande dimensione dell’opera e sull’adeguatezza delle società partecipanti e sul loro raggruppamento erano stati sollevati da molte parti, dal 2019 e poi ripetutamente in consiglio comunale. L’avvicendarsi di diverse imprese, che è qualche volta fisiologico in un raggruppamento, appare, alla luce di questi molteplici dubbi, indicativo invece di una reale debolezza dell’operatore privato a fronte dell’impegnativo progetto avanzato dalla parte pubblica. Il Comune si è ingabbiato nelle more di un’operazione sempre meno credibile.

Tuttavia la maggioranza in campagna elettorale si è compattata attorno al Sindaco ripetendo più volte che i lavori erano “in ritardo”, e riconoscendo solo alla fine di luglio che i privati avrebbero dovuto fare la loro parte dopo “anni di lavoro” svolto dal Comune. La coalizione di destra doveva mantenere ad ogni costo il profilo del “fare” e giustificare le accuse di fare “chiacchiere”, rivolte ai critici accusati addirittura di essere il partito del No.

Ora è necessario un ripensamento di merito più ampio. Il Palaginnastica si deve fare, ma come si inserisce in rapporto con lo “scheletrone”? Questo deve sopravvivere? Con quale destinazione credibile? Quale deve essere la destinazione complessiva dell’area? Occorre reimpostare una visione urbanistica e progettuale.

A fronte di questa ineludibile esigenza mi auguro che la maggioranza intera sia determinata a far partecipare prima di assumere orientamenti e decisioni,  quantomeno perché, al netto di tutte le possibili spiegazioni e delle cause oggettive, una promessa importante per il mondo sportivo e per la città non è stata mantenuta, chi ha guidato un’operazione a risultato negativo deve almeno fare un riflessione critica e i consiglieri tutti devono poter proporre con cognizione di causa prospettive di lavoro in modo aperto e pubblico.

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