Cala il sipario sul Campus di Beata Giuliana: il Comune revoca l’aggiudicazione

BUSTO ARSIZIO – Il Campus di Beata Giuliana non si farà. L’amministrazione comunale ha stabilito la revoca della determina che assegnava il project financing al raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Isol Sistem, che comporta la decadenza dell’aggiudicazione e l’escussione della cauzione depositata dal pool. Sfumano così il faraonico progetto da oltre 35 milioni di euro e il sogno olimpico di un palaghiaccio pronto per i Giochi di Milano-Cortina 2026. Ora la giunta Antonelli-bis, una volta incamerata la fidejussione, dovrebbe utilizzare le risorse pubbliche che sarebbero state messe a disposizione del pool di imprese per la realizzazione del nuovo palaginnastica. Tutto da inventare invece il futuro dello “scheletro” del mai finito palaghiaccio di via Minghetti: per completarlo o riconvertirlo occorrerà reperire i soldi necessari.

Il Campus si sgonfia

Fine dei sogni e delle illusioni. Dietro al botta e risposta dei giorni scorsi tra Stefano Perboni, “l’uomo del Campus”, il rappresentante della Noka e della Nanohub, e il sindaco Emanuele Antonelli, con il primo che invocava «una soluzione» da parte del Comune e il secondo che in tutta risposta richiamava alle «norme di legge», c’era in realtà già uno scambio epistolare in corso tra il Comune e le società che hanno provato a resistere (Nanohub e la capofila Isol Sistem) dopo lo “strappo” delle altre due che costituivano il raggruppamento di imprese (Antonelli Impianti e Elphi VM) finito a carte bollate. Uno scambio che si è concluso con una relazione del responsabile del procedimento, l’ingegner Erasmo Nocco, che propone la revoca del provvedimento di aggiudicazione del project financing e la contestuale decadenza. Detto, fatto: ieri, 29 ottobre, il nuovo dirigente ai lavori pubblici, l’architetto Fedele Mora, ha firmato e depositato la determina che procede alla revoca. E che mette fine ad una vicenda durata anni, un’operazione che si è via via ingigantita fino a sgonfiarsi e ad implodere su se stessa.

La revoca

La “sentenza” di palazzo Gilardoni non lascia appello a Perboni&C. Le controdeduzioni pervenute da Isol Sistem e Nanohub vengono confutate una ad una. Tra le motivazioni della revoca, vengono citati in particolare la mancata presentazione delle integrazioni documentali richieste rispetto ai rilievi sul progetto effettuati dal validatore Conteco Check Srl (erano stati concessi 39 giorni ma il progettista chiedeva un’ulteriore proroga di 60), e rispetto alle richieste effettuate dal Coni per le autorizzazioni di competenza, che in assenza di risposte ha «archiviato la pratica», ma anche la denuncia, da parte dei due soci che si sono tirati indietro, dell’«assenza di qualsiasi attività di collaborazione volta alla realizzazione delle attività prodromiche alla stipula contrattuale nonché al reperimento delle risorse economiche necessarie per la realizzazione e gestione delle opere». E ancora, «l’impossibilità di addivenire alla stipula del contratto e alla successiva realizzazione dell’opera» che si è verificata «per colpa dell’operatore», e che determina «l’impossibilità oggettiva di conseguire l’interesse pubblico preordinato all’operazione». La revoca decisa da palazzo Gilardoni comporta la «decadenza dall’aggiudicazione» ma anche «l’escussione della garanzia fideiussoria prestata all’atto di presentazione dell’offerta».

Il secondo buco nell’acqua

The end, insomma. Per la seconda volta. Cinque anni fa, all’inizio dell’amministrazione Antonelli, all’indomani della prima gara di project financing sul Campus sportivo di Beata Giuliana, l’aggiudicazione alla Vip Immobiliare fu annullata a causa dell’irregolarità della fidejussione, un provvedimento che qualche mese dopo fu confermato dal Tar. Da lì il “cinema” ripartì con l’operazione messa in moto da Perboni, tra incertezze, polemiche, cambi di partner, ritardi e stop-n-go, fino all’affidamento sulla base di un progetto passato dagli originari 22 milioni di euro a oltre 35 e alla presentazione, tra mille rassicurazioni, in sala consiliare il 27 dicembre del 2020. Poi altri ritardi fino alla lite interna al pool e all’abbandono di due delle quattro società del raggruppamento, circostanza che ha definitivamente affossato l’operazione. E ora? Ci sono oltre 4 milioni di soldi pubblici stanziati per il palaginnastica che dovranno essere utilizzati per realizzare in autonomia la struttura tanto attesa dalla Pro Patria Ginnastica, mentre il palaghiaccio a questo punto difficilmente vedrà mai la luce e per lo “scheletro” di legno e cemento andrà trovata una nuova destinazione.

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