Busto, Perboni, l’uomo del Campus: «Non ci sono i soldi. Serve la convenzione»

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Il rendering del campus di Beata Giuliana versione Noka

BUSTO ARSIZIO – I soldi non ci sono (per ora). Prima servirebbe una delibera comunale. E prima della delibera la firma della convenzione. E prima ancora, lo spiega Stefano Perboni, coordinare del mega progetto del Campus di Beata Giuliana, «una serie di aspetti che bisogna sistemare». Quali? «Troppo complicato stare qui a spiegarli», continua Perboni. E tra questi c’è anche l’intenzione annunciata dal sindaco Antonelli di dare in mano tutto ai legali. Perché? «Chiedete al sindaco il motivo di questa uscita. Non a me che sto lavorando per rendere possibile l’intera operazione».

Insomma, al cittadino di Busto che sente parlare del Campus ormai da due anni senza vedere la luce in fondo al tunnel, verrebbe da dire: “Lasciate ogni speranza. Perché per comprendere il motivo sul quale tutto si è arenato è – così spiega Perboni – «davvero complicato». Per poi aggiungere: «Non è che tutte le iniziative imprenditoriali hanno successo». Vero, ma poi bisognerebbe dirlo anche ad Emanuele Antonelli che sul mega progetto ha elettoralmente investito tantissimo e che, proprio ora che si apre la campagna della sua rielezione si ritrova tra le mani un patata bollente. Non tanto sulle strutture del ghiaccio, quanto sull’attesissimo palaginnastica, dato a più riprese quasi per fatto. Ma andiamo con ordine se così si può dire.

Antonelli non ha più certezze

Il sindaco di Busto non certo un uomo che si fa imbambolare dal canto delle sirene. Tanto che sul Campus, nonostante i nuvoloni e gli intoppi che si sono addensati e verificate nel corso di questi due anni ha sempre manifestate grandi certezze. E se ora, proprio ora, il primo cittadino arriva a mettere in dubbio il futuro del progetto al punto da minacciare l’intervento dei legali, significa che qualcosa è successo. Cosa? Appunto.

L’abbiamo chiesto a Stefano Perboni, uomo cardine dell’operazione, ovvero colui che tira le fila, che tiene i contatti con Palazzo Gilardoni e gli uffici comunali e cerca ogni volta di cementare la Rti (raggruppamento temporaneo di impresa) che nel corso dei mesi è più volte cambiata con soggetti che si sono sfilati (tra tutti l’Acquaverde di Alciator) e sono stati rimpiazzati.

Perboni, per quale motivo il sindaco Antonelli ha “minacciato” di affidare il tutto ai legali? 
«Questo non lo so. Bisognerebbe chiederlo a lui».

Forse perché non vede l’inizio dei lavori a breve termine? 
«Stiamo parlando di un progetto molto complesso e ci sono passaggi burocratici e formali che si stanno compiendo. E ai quali stiamo lavorando».

Passaggi burocratici. Quindi non è una questione di soldi che non ci sono, visto che non stiamo parlando di decine di milioni, giusto?
«I costi sono lievitati in maniera esponenziale. Non solo per il cantiere di Busto. Noi ci stiamo muovendo. Lo ripeto: ci sono procedure, strumenti normativi che stiamo valutando. E il sindaco conosce la situazione e sa che stiamo definendo ogni dettaglio».

E ci sono anche le voci che dicono di professionisti che hanno lavorato al progetto e hanno difficoltà a incassare i soldi della parcella. Glielo chiediamo al fine di fugare ogni dubbio. E’ così? 
«I professionisti che hanno lavorato sono stati tutti pagati. Tranne quelli con cui non si è trovato un accordo sulla parcella. Ma questi sono pettegolezzi non degni per una notizia giornalistica».

Quindi si va avanti, ma ci par di capire che il nodo “milioni da investire”, che sono più di 30 a questo punto, è lo scoglio principale. La mega fidejussione c’è?
«Una fidejussione l’abbiamo già versata. Quella a garanzia dell’investimento è ancora da versare. Ma arriverà se non con la firma della convenzione».

Firma della convenzione che, come ha detto sopra da Perboni, ci sarà solo quando tutti i dettagli procedurali verranno sistemati. Insomma, l’idea del Campus resta in bilico ma non tramonta. Quella che invece sembra sepolta è la possibilità di spendere l’inizio dei lavori per la campagna elettorale. E per buona pace del sindaco.

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