Busto, campus sportivo «a rilento, ma va avanti»: i lavori slittano a fine giugno

BUSTO ARSIZIO – Palaghiaccio e palaginnastica, il progetto va «a rilento, ma va avanti». Il cantiere dovrebbe partire «per fine giugno». Lo ha annunciato in consiglio comunale il sindaco Emanuele Antonelli, rispondendo alla richiesta della consigliera Laura Alba (Busto al Centro) di aggiornare sulla situazione del maxi-progetto nell’ambito della discussione sulla revisione del piano delle opere pubbliche. Anche perché nell’elenco delle opere il costo a carico del privato è passato dai 17,5 milioni originari a 30,6 milioni di euro.

Slitta il via al cantiere

Nel consiglio comunale di un mese fa Antonelli era rimasto più vago, dichiarando: «se tutto va bene, lavori prima dell’estate». Era già un piccolo ritardo rispetto alla prospettiva di «aprile-maggio» ventilata alla presentazione del progetto, a fine 2020. Non una novità, dopo i ripetuti stop-n-go del bando lo scorso anno. Ma stavolta il tono del sindaco è un po’ più rassicurante, anche se le tempistiche per vedere finalmente le ruspe sull’area di via Minghetti registrano un ulteriore slittamento in avanti. «Fine giugno» è il nuovo orizzonte per l’avvio del cantiere del maxi-intervento. «Siamo ancora alla validazione tecnica del progetto – spiega Antonelli – per la fine di maggio o i primi di giugno dovrebbero concludere il lavoro. Nel frattempo è stata inviata tutta la documentazione al Coni per l’approvazione definitiva». Un altro passaggio decisivo.

La staffetta nel pool

Insomma, si va «a rilento», come ammette il sindaco, per via degli «step obbligatori di legge da rispettare». Ma l’impegno rimane intatto, con «priorità al palaginnastica per finirlo il più in fretta possibile». Lo impongono i successi della Pro Patria Ginnastica, la società del presidente Rosario Vadalà che è ancora costretta ad allenarsi nel seminterrato del palAriosto. Nel frattempo Noka Service, la società che era stata capofila della fase di project financing, prima di passare la mano alla Isol Sistem, ha a sua volta ceduto il posto nel pool alla Nanohub, società innovativa che fa sempre riferimento a Stefano Perboni, come già le “due” Noka.

I costi quasi raddoppiati

Per quanto riguarda invece l’esplosione dei costi, messa sotto osservazione già in commissione, il dirigente tecnico del Comune, l’ingegner Erasmo Nocco, lo aveva motivato così: «È una riqualificazione molto migliore dal punto di vista tecnologico ed energetico, con grande attenzione all’abbattimento dei costi di gestione in vista dell’utilizzo trentennale della struttura. Sono state fatte alcune modifiche per rendere più attrattiva la struttura e alcune modifiche tecnologiche, che hanno portato ad un significativo aumento dei costi a carico del privato».

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