Busto, Campus sportivo: si valuta l’offerta. Prima pietra in aprile? Ma quanti dubbi

BUSTO ARSIZIO – Palaghiaccio e palaginnastica, si avvicina il giorno del giudizio. Il mitico Giovanni Trapattoni diceva “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco“, e la sua massima più celebre sembra tagliata su misura per la “storia infinita” del Campus sportivo di Beata Giuliana, la maxi operazione messa in campo per completare lo scheletro di legno e cemento che attende da un decennio sul Sempione all’angolo con via Minghetti. Una storia che è ormai arrivata all’ultimo passaggio, da “ora o mai più”, della procedura di affidamento: la valutazione dell’offerta (l’unica pervenuta) presentata dal raggruppamento di imprese messo insieme dalla Noka Service ma ora capeggiato dalla Isol Sistem Srl di Sesto San Giovanni. Un progetto lievitato nel frattempo a 34 milioni di euro – dai 22 del progetto alla base del bando promosso dalla Noka Service – di cui 4,5 messi dal Comune di Busto Arsizio per la realizzazione del palaginnastica e i restanti da trovare sul mercato (confidando soprattutto nel Credito sportivo).

L’offerta al vaglio

Le prime verifiche formali sull’offerta depositata il 20 ottobre alle 16.24, dopo una serie di proroghe motivate prima dall’emergenza Covid e poi da problemi tecnici di caricamento, non avrebbero mostrato particolari criticità. Non mancano la garanzia provvisoria, una fidejussione del valore di 222mila euro, e l’impegno al rilascio della garanzia definitiva all’atto dell’affidamento, oltre alla cauzione da 555mila euro. Così, ora l’iter di valutazione può saltare al passaggio successivo, quello della commissione di gara, che dovrà entrare nel merito del progetto (che ricalcherà quello su cui si è basato il bando), da un punto di vista tecnico e amministrativo, e del piano economico-finanziario per procedere, se tutto è regolare, all’assegnazione definitiva per 30 anni dell’area di Beata Giuliana. L’ambizioso progetto prevede: palaghiaccio (con pista supplementare d’allenamento), palaginnastica, area ristorazione, area commerciale, palazzina per centro medico e di riabilitazione, palestra di fitness, palestra di roccia e pista di pattinaggio, oltre ad un’ampia dotazione di parcheggi.

La commissione di gara

Nei giorni scorsi il responsabile del procedimento, il dirigente delle opere pubbliche Erasmo Nocco, ha formalizzato la nomina della commissione di gara per il bando di project financing del Campus sportivo di Beata Giuliana. Ne fanno parte tre dirigenti del Comune e di Agesp, gli architetti Sergio Callegari (presidente) e Roberto Brugnoni e l’ingegner Giovanni Lamperti. Toccherà a loro valutare l’unica offerta che ha partecipato al bando ed eventualmente, se i requisiti saranno tutti rispettati e se il progetto sarà in linea con le premesse, procedere con l’affidamento. In Comune prevale il massimo riserbo, in attesa delle determinazioni ufficiali, ma per ora continua a trasparire fiducia nella possibilità di chiudere la partita. E già si inizia a ventilare la data di aprile 2021 come obiettivo per la posa della prima pietra del nuovo complesso. Appena in tempo per la campagna elettorale. Ma, come ricorda il Trap, la prudenza non è mai troppa: già in passato, al primo tentativo di project financing, sembrava tutto pronto per far partire un investimento da 15 milioni di euro, poi si scoprì che la fidejussione presentata dalla Vip Immobiliare non era valida e saltò tutto. Era il 2016, appena dopo le ultime elezioni.

Il pool di imprese

Tra le novità, si scopre che la capofila del raggruppamento temporaneo di imprese che ha partecipato al bando non è più la controversa Noka Service di Rovigo, finita nel mirino delle opposizioni per un precedente fallimento quando si chiamava Noka Srl e aveva sede a Besnate. Ma è la Isol Sistem Srl, una delle due new entry del “consorzio”: società con sede operativa a Sesto San Giovanni, specializzata in impermeabilizzazioni e isolamenti nell’ambito dell’edilizia civile e industriale. Gli altri due partner sono la veneta Antonelli Impianti, che si occupa di impianti meccanici, elettrici e termoidraulici, e la Elphi VM, società milanese (ma nata nella zona di Legnano) specializzata nel settore dell’impiantistica elettrica e dei servizi energetici, che fa parte della multinazionale francese Vinci Energies, il primo gruppo mondiale integrato di concessioni-costruzioni.

La fiducia del Palazzo

Fonti di Palazzo Gilardoni rassicurano sulla «solidità» del pool di imprese, anche dopo che si è sfilata la Acquaverde Costruzioni di Alghero, il partner sardo che nelle intenzioni originarie avrebbe portato tutto il suo know how in ambito edile per la realizzazione dell’imponente progetto, ma che ha rinunciato alla scommessa del Campus. Quell’impresa generale di costruzioni che nel nuovo raggruppamento non c’è più. Ora, tra tante incertezze, non resta che attendere, per sapere se il “gatto” di Beata Giuliana finirà, finalmente, nel sacco. Oppure se questa storia iniziata nel 2007 rimarrà ancora una volta senza fine.

busto arsizio campus beata giuliana – MALPENSA24