Busto, sputi e botte prima ai vigili poi ai carabinieri: chiesta la perizia psichiatrica

busto tribunale

BUSTO ARSIZIO – Un’eccezione di nullità degli atti in quanto redatti in una lingua (l’italiano) assolutamente incomprensibile all’imputato e la richiesta di sottoporre lo stesso a perizia psichiatrica. Il 40enne nigeriano protagonista di due vicende identiche avvenute nello stesso posto, ovvero il piazzale della Coop di viale Duca D’Aosta, a distanza di sette mesi l’una dall’altra è comparso oggi (seppur da remoto) davanti al giudice del tribunale di Busto Arsizio Giulia Pulcina.

Non parla italiano

L’avvocato Carlo Alberto Cova, difensore d’ufficio del 40enne, ha depositato una memoria che va a sottolineare questi due punti. Il primo, l’eccezione di nullità, in quanto gli atti sono stati redatti in una lingua del tutto incomprensibile all’imputato (l’udienza è stata seguita da un interprete). Il secondo che verte sulla richiesta di sottoporre l’imputato a perizia psichiatrica.

Aggressione a vigili e carabinieri

I fatti di cui il nigeriano si è reso protagonista hanno creato una certa “agitazione” in città. Ad aprile l’uomo, senza mascherina, aveva sputato contro gli agenti della polizia locale del comando cittadino, salvo poi aggredirli ferendone alcuni, dopo aver iniziato un litigio con un cliente. La reazione violenta del 40enne aveva fatto scattare le manette. L’uomo era subito tornato in libertà dopo aver patteggiato una pena ad un anno. Fatto che aveva spinto il sindaco di Busto Emanuele Antonelli a pubblicare un post contro una legge ingiusta che aveva generato una ridda di commenti diffamatori e minacciosi da parte di numerosi cittadini nei confronti di giudici, magistrati e avvocati. Tanto di far intervenire congiuntamente Ordine degli Avvocati di Busto, Associazione Nazionale Magistrati e Camera Penale con toni di biasimo. Antonelli si era scusato e aveva eliminato il post.

A fine ottobre il nigeriano aveva praticamente fatto la stessa cosa, nello stesso posto, questa volta scagliandosi contro i carabinieri. In particolare il dettaglio degli sputi, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, aveva reso l’accaduto ancora più odioso. Ed è per questo secondo fatto che l’uomo è oggi a processo.

Alcolismo cronico

L’avvocato Cova ha, però, notato che il 40enne dopo l’arresto era stato portato in ospedale. Dove era arrivato in stato di completa incoscienza. Era quasi in stato comatoso. Senza avere alcuna lesioni, naturalmente. Le analisi eseguite hanno poi rivelato che due dei valori rilevati con i prelievi erano di tre volte superiore al normale. I due valori, con livelli del genere, erano indice di un prolungato abuso di alcol. E la testimonianza del personale del supermercato, che ha riferito che il 40enne ogni giorno vi si recava per comprare alcolici, andrebbe a corroborare la tesi dell’alcolismo.

Chiesta la perizia psichiatrica

L’uomo, tra l’altro, avrebbe più volte dimostrato di non ricordare nulla dell’accaduto o di non avere contezza di quanto fatto, continuando a ripetere di aver discusso con qualcuno perché senza mascherina. Il giudice si è riservato. Qualora si ammettesse una perizia psichiatrica e qualora questa rivelasse l’incapacità del 40enne l’uomo non tornerebbe libero ma sarebbe destinato a una Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Ubriaco e violento alla Coop di Busto. Bloccato e arrestato dalla polizia locale

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