Tentato omicidio a Busto. La vittima: «Corri, papà mi ha accoltellato»

polizia scientifica

BUSTO ARSIZIO – «Aiutami, papà mi ha accoltellato». E quasi contemporaneamente: «C’era un uomo in casa, mia moglie è ferita». Due versioni dello stesso dramma, quello consumatosi intorno alle 9.40 di oggi, lunedì 10 febbraio, in via Tarcento, nell’abitazione dove i due protagonisti della vicenda, moglie di 78 anni e marito di 83 anni, vivono da sempre (foto di repertorio)

Nessun precedente violento

Persone per bene, origini gelesi alle spalle, una vita di lavoro, di sacrificio per crescere i due figli. Non un precedente, non un episodio (almeno nessuno denunciato) di violenza famigliare alle spalle. Sino a questa mattina quando nell’abitazione di tre stanze dove la coppia vive è andata in scena la mattanza. Sono almeno quattro i fendenti con i quali il marito, poi arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ha colpito la moglie al volto, alla gola, al torace e all’addome. La donna è stata trasportata in codice rosso all’ospedale di Legnano. E’ grave: i medici non hanno sciolto la prognosi. La ferita che più preoccupa è quella alla gola: la 78enne entrerà nelle prossime ore in sala operatoria per un delicato intervento chirurgico.

La vittima ha chiesto aiuto a uno dei figli

E’ stata lei a dare l’allarme. Dopo che il marito l’aveva accoltellata al culmine di un litigio violentissimo è riuscita a raggiungere il telefono e a chiamare uno dei due figli: «Corri, papà mi ha accoltellato». Il pensionato, nel frattempo, aveva lasciato la moglie ferita in casa per uscire, chiudendo la porta a chiave dall’esterno, e raggiungere la caserma dei carabinieri di piazza XXV aprile dove di fatto si è consegnato ai militari. Il figlio, nel frattempo, ha raggiunto la casa dei genitori dopo aver chiamato i soccorsi. La porta chiusa a chiave, però, lo ha bloccato: da fuori vedeva la madre sdraiata sul divano in una pozza di sangue senza riuscire ad entrare. I vigili del fuoco hanno segato l’inferriata che proteggeva una delle finestre e i soccorritori sono quindi riusciti a entrare raggiungendo la ferita.

Il sospetto di problemi neurologici

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Rossella Incardona, vede in campo carabinieri e polizia di Stato. L’indagine è congiunta. In queste ore gli inquirenti stanno ascoltando l’83enne. Il quale è reo confesso ma è in uno stato confusionale che per ora apparirebbe credibile agli inquirenti. Non c’è nel passato dell’uomo alcuna diagnosi medica su eventuali malattie degenerative. Tuttavia, al momento, non c’è coerenza tra le dichiarazioni dell’uomo sui motivi che hanno scatenato la lite sfociata nell’accoltellamento della moglie e la realtà dei fatti. Stando a indiscrezioni l’uomo pareva delirare davanti all’autorità giudiziaria. Nell’ordine avrebbe asserito che da una settimana la moglie nascondeva un uomo in casa, fatto assolutamente non veritiero, e che qualcuno avrebbe tentato di ucciderlo avvelenandogli il cibo, altro fatto assolutamente fasullo. Dichiarazioni che sembrerebbero dettate da un profondo stato confusionale forse dovuto a malattia neurologica non diagnostica in precedenza. Come detto l’83enne è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

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