Caianiello è libero: “Reinventerò la mia vita giorno dopo giorno”

caianiello facebook khalo gallarate

GALLARATE – Al telefono la voce non è più squillante come quella dei tempi migliori. La voce di Nino Caianiello, personaggio chiave dell’inchiesta Mensa dei poveri, è quella di un uomo provato (nella foto scattata oggi appare fortemente dimagrito): sei mesi esatti di misura cautelare, 142 giorni in carcere, il resto ai domiciliari. I termini sono scaduti oggi, mercoledì 6 novembre. E attorno al Mullah si scatena il circo mediatico: che cos’ha da dire, da commentare, da giudicare il presunto regista di un diffuso sistema corruttivo messo in luce dalla magistratura milanese? “Non faccio dichiarazioni” è la risposta a caldo di Caianiello alle sollecitazione di Malpensa24. “Quanto meno – continua – non entro nel merito dell’inchiesta. E’una questione di rispetto verso il pm Furno, gli altri pubblici ministeri e il mio legale Tiberio Massironi. Rispetto per il loro ruolo e per il lavoro che hanno svolto e che stanno ancora svolgendo”. Sì, le indagini non sono affatto concluse. Nei giorni scorsi è stato risentito in procura l’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, Alessandro Petrone. Perché? L’ipotesi è che i magistrati stiano girando attorno al Comune gallaratese, vogliono capire di più, sapere altro sulla famosa variante al Piano di governo del territorio, oggetto di un filone dell’inchiesta.

L’inchiesta non si ferma

Se l’inchiesta va avanti è lecito aspettarsi altre sorprese giudiziarie? Domanda che aleggia da qualche settimana, dopo la conclusione degli interrogatori. Soprattutto dopo che Caianiello ha parlato per ore e ore, spiegando, raccontando, ammettendo. Già, ma che cosa ha ammesso? Dalla sua bocca non esce una parola in proposito. Quello che fu il dominus di Forza Italia e di una certa politica nel Varesotto e nel Milanese sembra un’altra persona. Parla della sua esperienza carceraria, questo sì. Rimarca la “straordinaria umanità” che ha incontrato a Opera, agenti di custodia e detenuti. Dice che non può dimenticarsi di loro, che farà in modo di adoperarsi per migliorare le condizioni degli istituti di pena, ma nulla più. Tranne un riferimento agli amici. Qui il tono di voce cambia, quasi a sottolineare che l’argomento è di quelli spinosi, che non passano affatto come l’acqua sul marmo. Nino Caianiello oggi è un uomo solo: la politica, perlomeno la politica alta, l’ha abbandonato. Eppure si era servita di lui, eccome, per ottenere voti. “Gli amici? – si domanda – Che devo diire? Oggi esco di casa, andrò in città, incontrerò gente. Vediamo chi mi vuole bene e chi no”. Nessun giudizio, nessuna contumelia. Ma è fuori discussione che anche alcuni degli indagati nella Mensa dei poveri lo abbiano mollato, clamorosamente. E che i vertici dei berluscones fingano addirittura di averlo mai conosciuto. Sta nelle cose di simili situazioni, si sa. Come si sa che non si fa così.

“Ho commesso degli errori”

E allora, quali le prime cose da fare da uomo libero? “Parlare con l’avvocato e recuperare l’auto custodita in questi mesi da mia figlia. Poi, si vedrà. Reinventerò la vita giorno per giorno. Ecco, che cosa farò”. Lontano dalla politica? Pausa. Poi, quasi sottovoce e con spirito di resipiscenza: “Ho commesso degli errori, lo so. Non voglio sfuggire alle mie responsabilità. Ho detto che non mi occuperò più di politica, e manterrò la promessa. Salvo poi che non sia la politica a cercare me. Ma io ho già deciso”.

Il giorno dei patteggiamenti

Intanto domani, giovedì, vanno davanti al gup alcuni degli indagati che hanno chiesto di patteggiare. Appuntamento decisivo per il proseguio delle indagini: molto dipenderà dall’accettazione oppure no delle proposte di pena. Sbocchi che condizioneranno anche le scelte giudiziarie di Tiberio Massironi a favore del suo assistito. Patteggiare o chiedere il rito abbreviato? Il decreto spazzacorrotti è all’esame della Corte costituzionale: se fosse mantenuta la retroattività potrebbe penalizzare chi chiede il patteggiamento. In caso contrario, bisognerà comunque scegliere. In ballo c’è il carcere o l’ammissione alle misure alternative. Non poca cosa, come si può capire. Nel frattempo per Nino Caianiello si profilano altri interrogatori. Tema? Per ora sconosciuto. Come gli obiettivi, che però si possono intuire. E non sono di certo obiettivi al ribasso.

caianiello libertà mensa poveri – MALPENSA24