Attilio Fontana: “Con Report l’apoteosi della malvagità contro la mia persona”

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MILANOAttilio Fontana non ci sta. Il governatore della Lombardia replica a Report, la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci su Rai Tre, che lunedì 19 ottobre ha mandato in onda un’inchiesta sulla presunta mappa del potere e dell’altrettanto presunto malaffare in provincia di Varese. Presunto per una certa parte, perché le ammissioni di Nino Caianiello, ex dominus di Forza Italia, e di Danilo Rivolta, già sindaco di Lonate Pozzolo, non lasciano spazio alle interpretazioni: tangenti e loro legami con la ‘ndrangheta non sono soltanto un’ipotesi investigativa.

Altra è la situazione che riguarda Fontana e la Lega. Altre sono le accuse, altre le situazioni, altri, appunto, i presunti illeciti. Tutto da dimostrare e, secondo il presidente di Palazzo Lombardia, messi come li ha messi Report, testimoniano la volontà di gettare fango. Insomma, la prova provata di un attacco frontale alla sua persona e al partito che rappresenta. Alla vigilia della messa in onda della trasmissione, Fontana ha annunciato querele contro la Rai. Ora si sfoga su Facebook con una amara presa di posizione, non fa cenno a eventuali passi giudiziari ma tocca temi decisivi in materia di giornalismo d’inchiesta e di libertà di stampa. Soprattutto quando, al posto dei fatti, si dà spazio anche alle insinuazioni, Ecco che cosa Fontana affida ai social.

Il giornalismo di inchiesta è sinonimo di libertà di espressione a condizione che si fondi su verità e non ceda a sterili mistificazioni o peggio a teorie complottiste.

Per l’ennesima volta, in concomitanza con l’aggravarsi della crisi pandemica in Lombardia, mi sono ritrovato destinatario di incredibili accuse e autonome ricostruzioni con lo scopo di creare imbarazzo nel partito che rappresento, nella mia famiglia, nella mia persona.

Sessanta interminabili minuti di trasmissione sulla terza rete di Stato in cui nell’ordine viene visto un mio gesto di generosità, compiuto con la leggerezza di chi non ha nulla da nascondere per mantenere in equilibrio i rapporti familiari, come escamotage per coprire una operazione di favoritismo andata male; si esamina al microscopio la carriera di mia figlia al fine di attaccare 800,00 euro di parcella, senza tener conto che gli elenchi dei legali accreditati presso un Ente soggiacciono a principi di trasparenza, controllo e turnazione  che sono stati sempre osservati.

Una valutazione del patrimonio ereditato oltre ad una vecchia vicenda descritta in chiave complottistica e degna dei peggiori film di spionaggio afferente il Comune di Varese e comunque già favorevolmente giudicata dalla magistratura e per di più infarcita da Report con palesi menzogne.

Infine l’apoteosi della malvagità, il vile tentativo di coinvolgere il mio nome alla ndrangheta e tangenti parlando di mappa del potere in Lombardia. Una insinuazione gravissima gratuita e di inaudita scorrettezza.

Una brutta pagina di televisione, una brutta pagina di ricostruzioni artefatte, l’ennesimo vile attacco ad una Giunta solida impegnata oggi più che mai a fronteggiare una pandemia letale.

Se questo è tutto, torno al lavoro più motivato di prima e più ricco della solidarietà che mi è giunta in queste ore.

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