Camminare è un farmaco: benefici e dieta nel libro di Avalle e Cordara

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«Camminare è un farmaco. E noi siamo ciò che mangiamo». È questo il pensiero di Laura Avalle, giornalista e divulgatrice scientifica che insieme a Sara Cordara, biologa nutrizionista, ha scritto un libro sui benefici che si possono ottenere unendo, all’attività fisica compiuta sui propri passi, una specifica alimentazione. “La dieta della camminata” si propone di diffondere l’educazione a uno stile di vita più sano, nel rispetto dei limiti di ciascun individuo.

Le regole da seguire

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Laura Avalle

Secondo le autrici la camminata è un metodo ideale per dimagrire e mantenersi in forma: attività adatta a tutti, non richiede attrezzature particolari (è sufficiente un buon paio di scarpe) ed è anche economica. Inoltre, rispetto ad esempio alla corsa, non produce urti o traumi particolari alle articolazioni, risultando adatta anche a chi è in forte sovrappeso o soffre di varie patologie. Ci sono comunque alcune regole da seguire: assumere un’andatura veloce, di circa 100 passi al minuto equivalenti a una velocità di 6 km/h, con falcata ampia e busto eretto. Si parte da una camminata di 20-30 minuti per chi non è abituato, con il traguardo di estenderne la durata a un’ora al giorno percorrendo anche salite. I benefici non sono solo a livello fisico ma, liberando da stress e ansia, anche mentali; un esperienza significativa in tal senso può giungere anche dalla riscoperta di cammini spirituali come la Via Francigena o il Cammino di Santiago di Compostela.

Riscoprire cibi antichi

Nessuna attività fisica è però efficace senza una buona e sana alimentazione, da qui il titolo del libro. Dieta, da intendersi come regime alimentare equilibrato, e camminata devono andare di pari passo, se si vogliono ottenere realmente dei risultati. A questo tema è dedicata buona parte del volume, che delinea un programma diviso in cinque fasi in cui i punti fermi sono la dieta mediterranea, che ancora una volta risulta essere la scelta migliore, e la biodiversità: non solo sono da prediligere i prodotti a chilometro zero ma si deve anche mangiare nel modo più vario possibile, riscoprendo cibi antichi spesso dimenticati come la mela cotogna, uno dei frutti simbolo dell’autunno, le corniole o, ancora, i ceci neri.

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Sara Cordara

È richiesto un minimo di sacrificio

Tra un capitolo dedicato alla ricette e i numerosi box di approfondimento su argomenti come integratori, app dedicate, come pesarsi in maniera corretta o cosa portare nello zaino, è però necessario ricordare che è impossibile voler dimagrire senza fare fatica. Un minimo di sacrificio è richiesto, e il metodo è l’esercizio fisico abbinato a una dieta ipocalorica studiata passo dopo passo: «Non ci sono miracoli, occorre andare per gradi e non bisogna avere fretta», sottolinea Cordara. «Si tratta di un unico programma, che dovrebbe essere seguito per 4 settimane. Ma in realtà è da proseguire per sempre, perché la dieta deve essere vissuta come uno stile alimentare lineare, semplice, senza restrizioni particolari, in modo da poterla “sposare” per tutta la vita».

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