Malpensa24 e politici: patti chiari, amicizia lunga

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La campagna elettorale per le Amministrative si apre ufficialmente nei primi giorni di settembre, ma in effetti è già cominciata da alcune settimane. Il Ferragosto l’ha soltanto attenuata, per riprendere subito vigore in questi giorni. Si tratta di uno scenario che conferma le alte aspettative di partiti e candidati della nostra provincia per l’appuntamento con le urne del 3 e 4 ottobre prossimi. Aspettative che si declinano con tensione e nervosismo ai diversi livelli. Normale, potremmo pensare, alla luce degli obiettivi in gioco, cioè la conquista o la riconquista dei singoli Municipi. Oltre, manco a dirlo, al peso politico che deriverà dai risultati elettorali, a significare anche il prestigio personale dei diversi candidati, a sindaco come a semplice consigliere comunale.

E’ in questo quadro che si inserisce il ruolo degli operatori dell’informazione, tutt’altro che marginale rispetto alla convinzione che le notizie, nel periodo che precede le urne, possano in qualche modo influenzare gli elettori. In verità, il condizionamento dei giornali e delle tv, nel marasma informativo che li contraddistingue, è pur sempre relativo, ma sarebbe comunque sbagliato evitare di prendere atto del problema. Infatti, le segreterie politiche non lo sottovalutano. Al punto che si sostituirebbero volentieri ai direttori. Siccome non lo possono fare, cercano di intervenire con i giornalisti in altro modo. E lasciamo immaginare a chi legge, quali siano questi modi.

Proprio per scongiurare prese di posizioni spiacevolissime da qui all’inizio di ottobre è bene precisare fin d’ora che Malpensa24 ha sempre le porte aperte per tutte le squadre (e i candidati) in corsa, benché in questi anni le abbia trovate chiuse in modo insensato quanto dispotico e puerile in alcune situazioni istituzionali. Che chiunque ha diritto di parola, ma non può pensare di avere corsie preferenziali. Le quali sono riservate alle notizie, quelle che la redazione ritiene degne di essere divulgate, che abbiano interesse pubblico nonostante possano risultare penalizzanti per qualcuno.

Quanto detto sopra, fermo restando la nostra libertà di giudizio, che nessuno dall’esterno può mettere in dubbio per proprie opportunità politiche. Vale sempre la regola, scontata fin che si vuole, della separazione dei fatti dai commenti. Che cercheremo di rispettare in funzione delle deontologia professionale e, quindi, della correttezza. La quale non c’entra nulla con l’anacronistica norma della par condicio, che i partiti tirano in ballo a seconda delle occasioni e delle convenienze. In conclusione, spazio per tutti, anche a chi ci rovescia addosso veleni proprio perché non può controllarci. Per dirla in un altro modo, patti chiari, amicizia lunga: il giornale lo facciamo noi, grazie a un editore che rappresenta una sorprendente mosca bianca nel complesso panorama editoriale italiano, che non ha padroni e, di conseguenza, non li abbiamo neanche noi. Specialmente in campagna elettorale.

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