Accam, la giunta di Cardano: «Il Pd ha fatto fare brutta figura al presidente Bellora»

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Da sinistra: Vito Rosiello, Maurizio Colombo e Valter Tomasini

CARDANO AL CAMPO – Oggi pomeriggio il Comune di Cardano al Campo non parteciperà al voto in assemblea dei soci di Accam, chiamata ad approvare l’atto di indirizzo per il Piano di ristrutturazione e risanamento dell’inceneritore di Borsano. Una scelta controvoglia, dice il sindaco Maurizio Colombo: «Siamo contrari al fallimento, siamo per la salvaguardia ambientale e occupazionale». Ma è una scelta obbligata dopo il consiglio comunale di venerdì sera, saltato a causa della mancanza del numero legale.

Peccato di ingenuità

«Ho peccato di ingenuità», dice il primo cittadino. Pensava si trattasse di una formalità, e invece il passaggio in consiglio comunale di tre giorni fa si  è trasformato in un trappolone politico con l’abbandono dei rappresentanti di opposizione giustificato dall’impossibilità di visionare la documentazione oggetto della votazione. Una mossa che Colombo non capisce: «Per un argomento di tale portata non ci sarebbe da fare nemmeno distinguo tra maggioranza e opposizione. E comunque i documenti di cui stiamo parlando erano tutti in cartellina. Se non li hanno visti è soltanto perché non sono venuti in municipio a consultarli». Aggiunge il vicesindaco Valter Tomasini: «Erano state semplicemente tolte le cifre su esplicita richiesta di segretezza da parte del presidente di Accam Angelo Bellora», sindaco di Cardano in quota Pd dal 2014 al 2019.

Farsa e figure

«La farsa dunque l’hanno fatta loro», sintetizza l’assessore Vito Rosiello, rispendendo al mittente le accuse arrivate venerdì in aula. «Fossi stato in loro non avrei mai abbandonato il consiglio comunale», prosegue Tomasini. «Cardano è l’unico Comune che oggi in assemblea non ha il mandato per votare. E questo per colpa del Pd, il partito di Bellora. Che figura gli fanno fare?». Oltretutto, conclude Tomasini, approvare l’atto di indirizzo per il Piano di ristrutturazione e risanamento dell’inceneritore è di fatto un passo obbligato: «Con il fallimento i costi di bonifica soltanto per Cardano, che detiene il 2,98% di quote, ammonterebbe a 600mila euro».

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