Enrico Pozzi, canzoni “Sotto i cieli d’Italia”: disco rock per l’ex assessore di Cardano

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CARDANO AL CAMPO – «Da una disgrazia come l’arrivo del Covid è nata un’idea, un’opportunità: il filo conduttore del mio disco, uscito sabato 26 marzo, è infatti che, di fronte a qualsiasi situazione della vita, ci può comunque essere un riscatto». Portano la firma di Enrico Pozzi, ex assessore al Bilancio di Cardano Al Campo, i testi e le musiche di “Sotto i cieli d’Italia”, album che è stato realizzato insieme a Chicco Gussoni, storico chitarrista di Franco Battiato che ora collabora con Claudio Baglioni.

Nel disco anche il batterista di Nek e il tastierista degli 883

«Fin da ragazzo ho sempre scritto canzoni. Quando è scoppiata la pandemia, Chicco, un carissimo amico con cui all’inizio della mia attività musicale avevo formato una band, si trovava a casa perché tutte le tournée erano state sospese. Così si è occupato di arrangiare i pezzi che avevo creato e, via via che si andava avanti, ha coinvolto alcuni amici come Luciano Galloni, batterista di Nek, o Johnny Pozzi, tastierista che ha suonato con lui negli 883. Un progetto quindi pensato a più teste, ma gli altri hanno voluto che l’album fosse pubblicato a mio nome, perché tutti i brani erano stati composti da me». “Sotto i cieli d’Italia”, che ha come cantanti Giorgio Rizzi, Adele Regolando (in “Sola”) e Michele Mazzucchelli (cori) è stato registrato allo studio di Gussoni e, per quanto riguarda la batteria, alle Cantine Ducali di Sassuolo; il mixaggio è stato invece affidato allo studio De Bernardi di Busto Arsizio.

Sanremo Giovani e Amnesty International

«All’età di diciotto anni insieme a Marco Pignataro formammo la Enrico Pozzi Band, il gruppo con cui abbiamo iniziato a suonare: ci siamo esibiti nella provincia di Varese facendo anche alcune date al “Magia” di Milano», ha raccontato il compositore. «Poi c’è stato chi, come Chicco, ha scelto questa attività per la propria carriera. Io ho continuato a scrivere per conto mio, partecipando nel 1992 con Giorgio a Sanremo Giovani; nel 2006, con un altro pezzo, abbiamo vinto il concorso “Una canzone per Amnesty International”». Come ha spiegato Pozzi, che di professione è consulente finanziario, ad alimentare la sua passione sono stati Bob Dylan, Led Zeppelin, King Crimson e Red Hot Chili Peppers e, in Italia, Area, Banco del Mutuo Soccorso e Sick Tamburo «ma, sebbene ami spaziare nei miei ascolti, non mi riconosco molto nella musica pop che c’è ora in giro. L’ultimo che mi ha veramente colpito è stato Tupac; cambiando completamente genere, un altro artista che mi piace molto è Ludovico Einaudi».

Con Laura Prati per un rilancio della condivisione

«Il messaggio che ho voluto lanciare è che “dopo l’inverno c’è sempre una primavera”. Perciò bisogna sempre cercare di trovare un lato positivo, un po’ come è successo per la nascita dell’album», ha spiegato Pozzi, richiamando l’attenzione sulle canzoni “Sotto i cieli d’Italia”, “Moribondo mondo” e “Change”. «È poi anche necessario scoprire – o riscoprire – sé stessi, che è la base per poter dare un senso a ciò che facciamo». L’ex assessore al Bilancio della lista Cardano Vive ha rivolto un pensiero alla sindaca Laura Prati, assassinata nel 2013: «Già da giovane ero iscritto a Democrazia Proletaria e ho scelto di continuare con la politica perché vi ho visto la possibilità di intervenire nel sociale, soprattutto a favore delle classi più disagiate. Insieme a Laura abbiamo realizzato tante cose in questo ambito, e con particolare attenzione alla collettività. In altre parole, un rilancio della condivisione, ovvero ciò che mi ha indotto a fare quell’esperienza. Cercare un rapporto con la comunità, andare avanti e guardare sempre oltre: temi di cui parlo nei miei pezzi».

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