
VARESE – Un altro riconoscimento importante, dopo quello ricevuto alcuni mesi fa, premia il lavoro dell’architetto varesino Luca Compri. L’Inarch (Istituto nazionale di architettura) ha infatti premiato con una menzione il progetto della Casa dell’Archeologo realizzata a Masnago dallo studio LCA, Luca Compri Architetti.
Il premio
Nell’ambito dei Premi In/Architettura 2023 l’edificio di Masnago ha ottenuto una menzione d’onore. Sono stati selezionati e candidati ben 164 progetti e nella categoria “Nuove costruzioni” ci sono stati tre premi e due menzioni, tra le quali appunto quella per la casa di Masnago. “Casa 6 / La Casa dell’Archeologo” è il nome del progetto realizzato nel 2017 per un cliente privato. Si tratta di una residenza unifamiliare progettata appositamente per un archeologo. Il volume è un semplice parallelepipedo a base rettangolare nel quale sono stati inseriti e incastonati ulteriori blocchi di forma cubica completamente rivestiti di pietra. Da un punto di vista materico l’edificio richiama le tessiture in mattone dei muri antichi e i grandi conci di pietra che spesso ne interrompevano la trama per fungere da architrave o da pietra angolare. In questa casa è stato sostituito il laterizio con blocchetti cannettati di recupero e la pietra con lastre e blocchi di marmo travertino.
Costruita con materiali di recupero
Il fabbricato si sviluppa su due livelli fuori terra: al piano terra si trova l’ampio e luminoso living con la cucina e la sala da pranzo e un piccolo bagno di servizi, mentre al primo piano sono state collocate le stanze da letto, due bagni padronali e lo studio privato del committente. Tutte le finestre dialogano con il paesaggio circostante caratterizzato da vigne e da prati di coltivo. I materiali utilizzati sono tutti materiali di recupero prelevati da cave in disuso o da discariche di materiali edili; l’edificio è stato inoltre isolato al meglio per ridurne i consumi al minimo.
Il progetto
Ad illustrare come è nata la Casa dell’Archeologo è lo stesso studio di Luca Compri.
Da un punto di vista architettonico:
volevamo progettare un edificio contemporaneo che reinterpretasse l’antico;
volevamo un edificio semplice, primitivo, minerale che potesse vibrare alla luce del mattino, del mezzogiorno e della sera in modo sempre differente;
volevamo recuperare materiali oramai in disuso e recuperarli per dargli nuova vita e non arrecare danno all’ambiente;
volevamo una casa piena di luce e domestica al suo interno.
Più semplicemente volevamo donare al nostro committente una casa che avesse dentro di sé la sua anima e le sue passioni per la storia e l’archeologia.
casa dell’archeologo varese – MALPENSA24