Nostalgia e ricerca delle origini, a Legnano il libro “Appetricchio” di Fabienne Agliardi

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Fabienne Agliardi

LEGNANO – «“Appetricchio” è un romanzo che porta lontano ma in realtà parla di una storia che è universale: a un certo punto si decide di andare per il mondo ma tutti hanno un luogo che portano nel loro cuore». Così Fabienne Agliardi, scrittrice di Legnano che ora vive a Milano, ha raccontato il suo ultimo libro: domani, mercoledì 4 ottobre, lo presenterà alle 21 alla Luna nel Pozzo in un appuntamento che, organizzato dalla Galleria del Libro di Amanda Colombo, vedrà l’incontro del firmacopie accompagnato da drink (ingresso a 5 euro, è richiesta la prenotazione al numero 351/5129396).

Il paese della Basilicata che ha ispirato il romanzo

«Sebbene la storia narrata sia frutto di immaginazione a ispirarla è stato un luogo realmente esistente, un paese della Basilicata, dove sono andata dai tre ai diciotto anni. E “Appetricchio” è nato da un momento difficile, quando all’arrivo del Covid, e prima del lockdown, c’erano tante macchine che scappavano verso sud, in cerca di un posto sicuro dove rifugiarsi. Ero già ammalata e avevo una bambina piccola, ma anch’io avrei voluto tornare».
Come ha spiegato l’autrice di “Buona la prima”, «nella zona dell’Alto Milanese c’è una forte concentrazione di lucani, persone che sono venute a lavorare al Nord come operai nei calzaturifici. Mia nonna era della Basilicata: la prospettiva era di una lunga chiusura e nei miei pensieri c’era questo luogo che non vedevo da trent’anni. Un luogo che ho amato molto e poi rinnegato, perché a un certo punto ti sembra di averci vissuto troppo e vuoi girare il mondo. Sono riuscita a tornarci solo tre mesi fa».

La bellezza del linguaggio e la rinascita dei piccoli borghi

«Ho voluto rendere “Appetricchio”, romanzo corale a tutti gli effetti, un libro divertente e pieno di colpi di scena, con personaggi incredibili. I protagonisti sono i Bresciani, famiglia di Brescia in cui lui, farmacista, ha sposato una donna di Petricchio, dove in passato trascorrevano le vacanze, in un andirivieni tra Nord e Sud.
E dove decidono di tornare dopo tanti anni che non ci vanno: il perché verrà svelato nel corso della storia. Si tratta anche di un esperimento in cui ho voluto mettere in luce la bellezza del linguaggio: gli abitanti del paese si trovano lì da soli, isolati, e ho quindi inserito inflessioni dialettali nello stile di Andrea Camilleri e nella voce narrante in cui ti “appetricchi”, facendo in modo che siano espressioni comprensibili anche per i lettori, che comunque potranno divertirsi a leggere lapposito glossario finale».
La nostalgia di casa è un tema molto antico, a partire dagli eroi classici che si imbarcano per il mare, l’Itaca di Ulisse e la Zacinto di Foscolo: «Un richiamo e una riscoperta, un po’ più choc, a cui ci ha obbligati un turismo più circoscritto durante la pandemia. Questa ricerca delle origini si lega anche alla rinascita dei piccoli borghi, con un’altra riscoperta, quella di una vita un po’ più di comunità».

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