Caso dati, è bagarre al Pirellone. Fontana: «Guariti non registrati? Fake news»

MILANO – Bagarre in consiglio regionale sulla querelle dei dati che hanno “condannato” la Lombardia per una settimana in zona rossa. Nell’aula del Pirellone, dove va in scena la plateale contestazione delle opposizioni, c’è di tutto: cartelli, fischietti, un pallottoliere regalato al governatore Attilio Fontana (dal consigliere PD Pietro Bissolati), un consigliere regionale (Michele Usuelli di +Europa) che si inginocchia di fronte ai banchi della giunta per chiedere la trasparenza dei dati e viene espulso e portato via dalla Digos. Il presidente Fontana bolla però come “fake news” la questione della mancata registrazione dei guariti e ribadisce la richiesta di nuovi strumenti per la verifica della pandemia: «Non è corretto che il destino di una regione e di milioni di cittadini possa essere legato ad un indicatore esile come quello dell’Rt sintomi e a dati convenzionali e facoltativi».

La versione di Fontana

«La misura è colma perché la mancanza di rispetto nei confronti dei lombardi e della Lombardia è andata oltre il limite consentito – le parole del presidente Attilio Fontana – la Regione Lombardia invia tutti i giorni i dati certificati in modo corretto così come attestato dall’Istituto superiore di sanità. Non accetto che la Lombardia venga calunniata con mistificazioni della realtà. È una vergogna quello che sta succedendo, e non lo dico per me o per la mia giunta ma lo dico per i lombardi, stufi di essere umiliati». Tanto che il ricorso al Tar, precisa il governatore, «prosegue nel merito e verrà implementato con l’impugnazione dei verbali della cabina di regia e del Cts, nonché di una parte dell’ordinanza del ministero che fa riferimento a questi due verbali».

Il caso dei guariti non registrati

La mancata registrazione dei guariti, come afferma Attilio Fontana, «è una falsa notizia, come si evince dai flussi pubblici come quello della Protezione civile che registra quotidianamente i casi di guariti e decessi». Secondo Regione Lombardia infatti «il picco Rt sintomi era dovuta a una criticità correlata con il percorso di estrapolazione di dati da parte dell’Iss», ed è proprio la regione ad aver chiesto «verifiche» sull’indice «senza alcun rinvio dei dati del 13 gennaio» ottenendo in risposta la richiesta «di inserire un valore convenzionale in un campo facoltativo, per superare la difficoltà del percorso di estrapolazione – prosegue Fontana – perché senza questa operazione l’Iss non avrebbe calcolato in modo corretto il nostro Rt sintomi. Per superare l’impasse ci siamo adeguati trasmettendo il 20 gennaio un flusso identico a quello della settimana precedente con l’integrazione di quelle informazioni convenzionali richieste dall’Iss». Sarebbe stato dunque l’Istituto a chiedere di considerarla «come una rettifica del nostro flusso, in caso contrario non avrebbe formalizzato il nostro valore permettendoci così di entrare in zona arancione. E questo mi sembra abbastanza grave». Nessuna rettifica, Fontana ribadisce la linea di Regione Lombardia: «I nostri tecnici non hanno mai inserito artificiosamente dati».

La protesta di Usuelli

Per il consigliere di +Europa Michele Usuelli, protagonista della provocazione «nonviolenta» contro la giunta, Regione Lombardia «sbaglia a fornire all’Istituto superiore di Sanità i dati almeno dal giugno scorso», quando presentò un’interrogazione che chiedeva conto delle «anomalie indicate per i dati di insorgenza di primo sintomo, necessari per calcolare i parametri di sorveglianza epidemiologica», vale a dire proprio i dati al centro della disputa di questi giorni tra Regione Lombardia e Iss. Il PD, prima dell’inizio della seduta, regala un pallottoliere a Fontana: «Le ho comprato un pallottoliere – la “dedica” di Bussolati – così non sbaglia più a dare i dati». Il Movimento Cinque Stelle rilancia la richiesta di dimissioni di Fontana e chiede «verità per la Lombardia. Il tempo delle bugie è finito: in Consiglio abbiamo portato la richiesta di verità che è di tutti i cittadini. Gli errori di questa amministrazione hanno danneggiato migliaia di aziende e centinaia di migliaia di lavoratori e le loro famiglie. È peggiorato il quadro sanitario generale. Il centrodestra dovrà rimborsarli uno per uno». Sconsolato il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, costretto alla sospensione della seduta: «Non posso che giudicare negativa l’immagine che abbiamo dato di quest’aula. È un incidente di percorso e spero che rimanga tale, in tre anni non si era mai arrivati ad eccessi di questo tipo, che non consentivano il prosieguo dei lavori».

Il centrodestra: censura a Speranza

Alla ripresa dei lavori, nel pomeriggio di oggi, 26 gennaio, verrà votata una mozione di censura della maggioranza di centrodestra nei confronti del ministro della salute Roberto Speranza. «Vogliamo censurare il ministro per i danni che ha causato alla popolazione, danni che il Governo dovrà ripagare fino all’ultimo centesimo in tempi rapidi» sottolineano i capigruppo Roberto Anelli (Lega), Gianluca Comazzi (Forza Italia), Franco Lucente (FdI), Luca Del Gobbo (Noi con l’Italia), Viviana Beccalossi (Misto), Manfredi Palmeri (Polo di Lombardia) e Giacomo Cosentino (Lombardia Ideale), chiedendo, da un lato, che il governo risarcisca i lombardi, e dall’altro, «per far emergere la verità su questa sgradevole vicenda», che si formi «un tavolo tecnico tra governo e regioni per rendere oggettivi e trasparenti i criteri di valutazione con cui vengono definiti i gradi di rischio pandemico, e la conseguente collocazione delle regioni nelle diverse classi di rischio».

Zona rossa, Fontana: «Nessun errore di Regione Lombardia, mai rettificato i dati»

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