Cassani è come Salvini. Ecco perché non restituisce la fascia tricolore

gallarate dario terreni

Il sindaco Andrea Cassani lo scorso 12 agosto si era detto pronto a restituire la fascia tricolore se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avesse dato via libera «a un governo di cadregari peggio di un Monti bis».

Come sempre le affermazioni stravaganti di Cassani si trasformano in parole prive di conseguenza e di coerenza. Cercherò di stabilire la verità storica di questa crisi governativa del governo Lega- 5stelle:

1) Con le elezioni Politiche del Marzo 2018, il Movimento5stelle ha la maggioranza relativa in Parlamento e dopo un travagliato percorso per la costituzione di un governo di legislatura, M5stelle e Lega, trovano un accordo sottoscrivendo un “contratto di governo”.

Presidente del Consiglio Conte e Vice Presidenti Di Maio e Salvini. 

2) Il governo Salvini-Di Maio con il “contratto di governo” doveva essere un governo del “cambiamento” con una durata dell’intera legislatura. In questo senso Salvini e Di Maio non hanno mai ipotizzato un’eventuale crisi, tanto che Salvini non solo svolgeva funzioni di Ministro degli Interni, ma anche di Presidente del Consiglio. Il potere politico della Lega aumentava costantemente, trascinando il Movimento 5 stelle in una situazione di marginalità politico-culturale. La subalternità di Di Maio nei confronti di Salvini era a tutti evidente e per ben 14 mesi la Lega di Salvini cresceva nei consensi elettorali e il Movimento 5stelle dimezzava i consensi ottenuti nelle elezioni politiche del marzo 2018.

In 14 mesi di governo gialloverde la Lega raddoppia i consensi elettorali, mentre il Movimento 5 stelle li dimezza.

3) Con le elezioni europee la Lega raddoppia i consensi e conquista il 32% pari a circa 9 milioni di voti. A fronte di questo risultato elettorale, Salvini in maniera unilaterale determina la crisi del governo Conte, facendo venire a mancare la maggioranza in Parlamento e di conseguenza rompendo il “contratto di governo” e chiedendo di andare immediatamente a nuove elezioni.

Evidentemente Cassani non ha mai tenuto conto della semplice verità determinata dalla decisione solitaria ed unilaterale di Matteo Salvini della messa in crisi del governo Conte.

E’ a partire da questa fondamentale ed essenziale decisione politica che ne consegue tutto il resto. Salvini e Cassani non avrebbero mai pensato che il Movimeto5stelle sarebbe riuscito a riannodare un rapporto col Partito democratico per la costruzione di una nuova maggioranza in Parlamento e tanto meno che il Pd di Zingaretti e Renzi avesse accettato questa nuova maggioranza con presidente del Consiglio Conte. 

Cassani il 12 agosto si era detto pronto a mettere in atto la plateale protesta con le dimissioni da Sindaco, se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avesse dato via libera «a un  governo di cadregari peggio di un Monti bis». Cassani non ha capito che l’Italia è una Repubblica Parlamentare e che sono i Partiti dentro il Parlamento che determinano le maggioranze e di conseguenza il Presidente della Repubblica non fa altro che verificare se esistono le condizioni per garantire una maggioranza in Parlamento (Camera e Senato) e governare il Paese. 

In conclusione io credo che Cassani come Salvini abbia sottovalutato la possibilità di un accordo tra il Movimento5stelle con il Partito democratrico. Di conseguenza tutti e due pensavano di andare direttamente a nuove elezioni politiche, con il chiaro risultato personale: Salvini Primo Ministro e Cassani a Roma in Parlamento.

Dario Terreni

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