Cassano, c’è il sostegno agli affitti. Precedenza a chi è in crisi per il Covid

CASSANO MAGNAGO – Sostegno all’affitto rinforzato, con precedenza alle famiglie messe in ginocchio dalla crisi economica causata dall’emergenza Covid. C’è tempo fino a fine luglio, a Cassano Magnago, per candidarsi al contributo per il mantenimento in affitto degli immobili sul libero mercato: fino a 1500 euro ai nuclei familiari più fragili, per aiutarli a coprire fino a quattro mensilità di locazione (case popolari escluse).

I fondi

Regione Lombardia ha messo a disposizione del Comune di Cassano Magnago 41mila euro, l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Poliseno ha aggiunto altri 15mila euro. In tutto 56mila euro per dare una mano alle famiglie in difficoltà nel pagare gli affitti. «Una importante opportunità per le famiglie di Cassano Magnago» sottolinea l’assessore ai servizi sociali Anna Lodrini. Il bando completo è disponibile sul sito web del Comune: domande entro il 31 luglio alle 13, preferibilmente via e-mail o PEC.

I requisiti

Il Comune di Cassano Magnago comunica che fino al 31 luglio 2020 è possibile presentare domanda per il contributo per il pagamento dell’affitto per un importo variabile da un minimo di due ad un massimo di quattro mensilità e comunque non oltre la somma complessiva di 1500 euro per alloggio. Possono candidarsi al contributo i cittadini italiani o comunitari (o con permesso di soggiorno valido) residenti da almeno un anno (al 30 marzo 2020) nell’alloggio, non proprietari di altro alloggio in Lombardia, con Isee ordinario o corrente non superiore a 26mila euro e in situazione di disagio economico o di particolare vulnerabilità. Sono esclusi gli inquilini delle case popolari, mentre sono ammessi i percettori di reddito o pensione di cittadinanza. Precedenza nell’assegnazione del contributo ai nuclei familiari in situazione di necessità collegata alla crisi dell’emergenza sanitaria, ad esempio per la perdita del posto di lavoro, la riduzione del reddito da lavoro dipendente di almeno il 40%, il mancato rinnovo dei contratti a termine, la cessazione di attività libero-professionali o una malattia grave o decesso di un componente del nucleo familiare.

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