Cassano, immagini e parole per combattere la violenza di genere

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CASSANO MAGNAGO – Reagire alla violenza, raccontarla con l’arte per combatterla, prevenirla, sradicarla. Lo fanno, con un libro di racconti e illustrazioni, i cassanesi Luna Rossi e Giuseppe Mangiaracina, con l’intento di aiutare direttamente le vittime di violenza di genere. “DiverseMenti” sarà presentato il prossimo 15 giugno a Villa Oliva alle 18.30: parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto al centro antiviolenza di Busto, Eva Onlus.

Storie e disegni

Si tratta di diversi percorsi di vita, storie che si intrecciano unite dalla violenza. L’autrice, docente ed educatrice, conosce per esperienza diretta alcune diverse realtà, e ha voluto, con il suo libro, fare qualcosa in modo attivo: «Già dalla scuola si colgono diversità e storie che, se accolte e raccontate, possono dare tanto. Non si tratta di un semplice libro ma di uno spaccato sociale su queste diversità: i racconti più leggeri si alternano a quelli più forti, tutti romanzati ma raccontati con il mio punto di vista». Parole e storie per fare qualcosa di vero, aiutare economicamente chi si occupa di stare accanto alle vittime di violenza. A completare i racconti, supportando la parola, arrivano le immagini dell’artista Giuseppe Mangiaracina: «I miei disegni viaggiano in modo distinto e rappresentano il mio punto di vista, ma ho cercato di entrare nel mondo di Luna: disegni e parole si completano e rendono il messaggio più fruibile».

Sensibilizzazione tutto l’anno

La presentazione è patrocinata dal Comune di Cassano Magnago e realizzata insieme alla Consulta dei commercianti. «Quella della violenza è una tematica su cui siamo attenti e vigili – ha commentato il sindaco Nicola Poliseno – e in questo caso abbiamo coinvolto la Consulta per allargare la platea di confronto. Collaboriamo attivamente con tutti i soggetti attivi nel settore, e veniamo da un anno di molte iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, penso innanzitutto alle scuole. Continuiamo a scuotere le coscienze: la violenza non può essere un’abitudine».

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