Castellanza, degrado ai palazzi di San Giulio. Cerini propone l’housing sociale

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CASTELLANZA – Un progetto che l’amministrazione di Partecipiamo ha in cantiere da qualche tempo e per il quale ha deciso di aprire delle trattative con Regione Lombardia. «Vogliamo demolire i palazzi comunali di San Giulio, spesso vittime di occupazione abusiva, per creare un progetto di housing sociale, non solo diretto alle persone meno abbienti, ma anche alle fasce intermedie», spiega il sindaco di Castellanza, Mirella Cerini.

Una situazione di degrado

I tre palazzi di San Giulio sono da anni abbandonati e in uno stato degradante, tanto che negli ultimi tempi molti li hanno occupati illegalmente, creando situazioni di disagio per tutta la comunità. Ecco allora la proposta di Palazzo Brambilla: «Abbiamo chiesto a Regione Lombardia di intavolare delle trattative per creare delle residenze comunali che, pur avendo una finalità sociale, non siano destinate solo alle persone meno abbienti», dichiara il primo cittadino.

Le Sap costano e ce ne sono troppe

Castellanza, infatti, con una popolazione di poco più di 14 mila abitanti, ha un numero molto elevato di servizi abitativi pubblici (Sap). «Abbiamo la stessa quantità di case popolari delle città con 60 mila abitanti. Si tratta di una cifra sproporzionata e soprattutto molto dispendiosa per il Comune». Che deve infatti sostenere i costi di costruzione o ristrutturazione, a fronte di entrate esigue. «Ed è proprio questo il caso dei palazzi di San Giulio, che ospitano 80 alloggi, ma vanno completamente demoliti e ricostruiti. Un impegno economico molto importante, che si rivelerebbe svantaggioso nel caso dovessimo costruire delle residenze pubbliche. Delle quali non abbiamo bisogno», spiega Cerini.

Housing sociale

Perciò l’amministrazione di Castellanza ha pensato a un progetto di housing sociale, che possa permettere a persone con una fascia di reddito intermedia di accedere a questi alloggi. «Volgiamo comunque mantenere l’utilità sociale dell’edificio, ma pensavamo di non limitarla solo alle classi sociali meno abbienti, ma anche ad altri cittadini, o magari a un partenariato tra privato e pubblico. In modo appunto da offrire un servizio importante a una fetta più ampia di popolazione e ridurre i costi comunali».

Un progetto ambizioso, al quale l’amministrazione sta lavorando da diversi mesi, ma che a causa dell’emergenza da coronavirus potrebbe slittare al prossimo anno. «Non abbiamo certezze sulle tempistiche, ma siamo in dialogo con la Regione e speriamo di poter realizzare questa importante iniziativa», conclude il sindaco.

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