Archivi Svelati, a Castellanza tre mostre celebrano la fotografia in bianco e nero

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CASTELLANZA – È il bianco e nero il protagonista indiscusso di “Archivi Svelati – L’immagine rivela e celebra il tempo”, delegando alle sfumature di grigio, ai contrasti netti e alle spigolature dello sguardo la sintesi del progetto che l’ Archivio Fotografico Italiano, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza, organizza nelle sale della storica Villa Pomini fino al primo novembre. Inaugurata domenica 4 ottobre alle 17 dalla presentazione del libro di Virgilio Carnisio “Cento e più immagini d’Italia”, la rassegna, a ingresso libero, sarà aperta al venerdì e al sabato dalle 15 alle 19 e alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Per partecipare alle conferenze è obbligatoria la prenotazione, scrivendo un’e-mail all’indirizzo afi.fotoarchivio@gmail.com o contattando il numero Whatsapp 333/3718539.

Patrimoni spesso celati

Quello degli archivi è per l’Afi un impegno durevole che nel suo evolversi ha permesso di conoscere patrimoni spesso celati, ricercando elementi di studio da promuovere mediante incontri, dibattiti, laboratori, progetti editoriali e percorsi formativi, in un incessante confronto tra i differenti stili e linguaggi. La collaborazione con importanti realtà del territorio lombardo e nazionali, il lavoro quotidiano di catalogazione e conservazione e il confronto con esperti del settore, identificano questo evento annuale per l’offerta culturale, proponendo autori non necessariamente noti, ma di talento, inseriti nella collezione Afi grazie a donazioni specifiche. Un patrimonio sempre più preponderante di famiglie che affidano all’Afi le proprie memorie, un progetto strutturato di acquisizione e catalogazione, ma soprattutto di conservazione e diffusione. Qui di seguito sono indicate le mostre in programma:

Italia Vintage

Virgilio Carnisio nel suo girovagare ha saputo celebrare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente con una vivacità d’intenti non comune che lo ha condotto a scoprire il Belpaese nei meandri più intimi per arricchire il proprio profilo umanistico, abbeverandosi di vita quotidiana e non di luoghi più aristocratici. Ma è anche il concetto dell’attesa ad emergere dalle sue fotografie, dove si assapora il piacere della lentezza che lascia spazio all’immaginazione, al vociare delle borgate, alla spensieratezza del gioco, agli amoreggiamenti, alla bellezza di un paesaggio sognante, dove lo sguardo di due innamorati si perde tenendosi per mano. Una sorta di sospensione transitoria che è sinonimo di libertà, dove pare che le persone siano compiacenti e felici di aver posato contribuendo alle scene, delle quali oggi possiamo godere, composte magistralmente e annesse a monumenti, borgate, mercati, piazze, negozi dalle insegne antiche e spiagge, dove tutto si amalgama, giovani e anziani, suore e preti, lavoratori e cittadini, nelle varie stagioni, da nord a sud, con una densità di valori che riflettono una mondo intriso di valori, oggi latente.

La società americana 1912 – 1943

Questa esposizione, proveniente da una collezione privata, è finalizzata a ripercorrere, attraverso scatti singoli e istantanee, alcune vicende della società americana, senza la pretesa di rappresentare l’intero periodo storico ma piuttosto di offrire una rappresentazione visiva del tempo nei vari contesti sociali. La storia abbinata all’immagine ha l’aspirazione di accrescere la conoscenza, di stimolare confronti, di comprendere le evoluzioni sociali, di dare il giusto valore alla fotografia come medium primario nel documentare i fatti, spesso in chiave giornalistica, a volte su incarico istituzionale, altre più liberamente con un linguaggio interpretativo che lascia spazio allo stile e all’inventiva dell’autore. Il paesaggio urbano si ravviva con la presenza dell’uomo, scene di lavoro si fondono con gli ambienti, le attrezzature e gli indumenti, famiglie ai margini in viaggio verso un futuro migliore, scene di vita quotidiana e casalinga tra architetture e ambienti, ma anche la bella vita, la moda, qualche personaggio pubblico. Ogni fotografia diviene narrazione, fascino, emblema del tempo, che la memoria elabora e l’archivio conserva.

Geometrie del paesaggio

Maurizio Colombo nasce a Busto Arsizio nel 1958 e sin da ragazzo si appassiona alla fotografia. I primi scatti sono in prevalenza figure femminili. Predilige il bianco e nero e impara a stampare nella mansarda di casa. Nel corso degli anni si appassiona all’osservazione degli spazi, raggiunti con frequenti viaggi esplorando le forme e la bellezza dei luoghi. Ha frequentato il circolo fotografico Il Sestante di Gallarate, partecipando a mostre collettive e vincendo diversi concorsi. Negli ultimi anni ha collaborato nel campo della moda; si spegne a Novara nel 2017, lasciando una traccia visiva che sa emozionare, di particolare impatto creativo. Tra le centinaia di immagini donate dalla famiglia, che seguiranno il percorso previsto di selezione, catalogazione e inserimento nel sito e nella raccolta nazionale Afi, è stata scelta una serie di stampe vintage che ben rappresentano la sperimentazione dell’autore, risalenti agli anni Novanta e stampate dallo stesso con la finalità di far emergere vedute grafiche e bagliori che interrogano sulla realtà attraverso i silenzi.

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