Il silenzio dopo il lockdown: a Castellanza New York ritratta da Maria Enrica Ciceri

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CASTELLANZA – La città di New York nel periodo del lockdown, quando la paura e il silenzio erano tangibili e regnavano ovunque, ritratta in opere d’arte: da oggi, sabato 11 marzo a domenica 26, a Castellanza Villa Pomini ospita “Il rumore del silenzio” mostra personale di pittura di Maria Enrica Ciceri dal titolo. Dopo il vernissage in programma alle 16.30, con l’intervento della critica d’arte Fabrizia Buzio Negri e arricchito dal reading del “Gruppo voci narranti”, l’esposizione, organizzata con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura, sarà aperta al pubblico per tre fine settimana consecutivi: al sabato dalle 15 alle 18.30, e alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30.

Il silenzio assordante delle strade deserte

«Una delle cose inquietanti che ha caratterizzato il periodo della pandemia – racconta Ciceri – è stato il surreale silenzio: era una sensazione stranissima non sentire più il rumore delle auto, lo sgommare dei motorini, il rombo delle moto, il vociare consueto delle persone. In quel silenzio assordante delle strade deserte, con i negozi chiusi, sembrava di vivere sospesi in una bolla.
Io, in quei momenti, per non pensare e combattere la noia, mi sono dedicata particolarmente alla pittura. La maggior parte dei quadri della mostra sono stati eseguiti in quel periodo nero, per me doppiamente. Ora pare sia tutto passato: la primavera è già arrivata e noi siamo qui ad accoglierla e viverla, gioiosamente, con intensità e con la rinnovata serenità».

L’indagine sui paesaggi urbani delle metropoli occidentali

Maria Enrica Ciceri vive e lavora a Uboldo, sua città natale. Nutre un profondo amore per l’arte, a cui si dedica da tempo con determinazione e tenacia. Nel suo personale percorso artistico ha cercato sempre nuove modalità di espressione e nuovi linguaggi, spinta da un’insaziabile curiosità e da un’ansia di sperimentazione che la guida costantemente.
Ama rivolgere il proprio sguardo all’arte nelle sue molteplici forme e discipline: dalla pittura all’incisione, dalla decorazione su ceramica alla resina, fino al recente approdo alla pittura informale. Si è avvicinata con interesse e impegno anche al tema dell’arte sacra. Ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, artistici e culturali, ottenendo premi e riconoscimenti.
Al centro dell’opera di Ciceri c’è la vocazione a rappresentare i paesaggi urbani delle metropoli occidentali. La sua indagine visiva si focalizza sull’imponenza delle costruzioni architettoniche, sulla vastità degli spazi, sugli elementi distintivi di ogni singola città, per cogliere il senso più profondo e invisibile dei grandi agglomerati urbani, nella loro condizione di continuo movimento e trasformazione.
In scansioni prospettiche dalle pennellate intense, il forte gesto pittorico evidenzia l’esplorazione esistenziale del paesaggio urbano. L’artista lo fa con i toni inquietanti dei chiaroscuri, negli squarci di luce improvvisi sulle tele dipinte a collage, con tecniche miste o pittura a olio. Tra i soggetti privilegiati delle opere in mostra ci sono gli scorci prospettici delle strade, i palazzi in corsa verso il cielo, le insegne giganti.

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