Cerutti (Ancai): «La tassa d’imbarco non si tocca. E’dei Comuni aeroportuali»

Cerutti Ancai tassa imbarco

MALPENSA – Una «pessima proposta» che «ci auguriamo il governo non voglia prendere in considerazione». Il vicesindaco di Ferno Mauro Cerutti,  presidente di Ancai (Associazione nazionale Comuni aeroportuali italiani), bolla così la richiesta delle compagnie low cost di sospendere l’addizionale Comunale sui diritti di imbarco per l’anno in corso per aiutare la ripresa del traffico aereo al termine del lockdown.

Non siano i Comuni a pagare

«Siamo consapevoli che Malpensa e l’intero sistema aeroportuale italiano sono in grande difficoltà per l’emergenza Covid, ma a pagare non devono essere sempre e soltanto i Comuni aeroportuali che da sempre convivono con il disagio e che, anche in questo periodo, per l’aeroporto stanno continuando a erogare servizi», dice Cerutti. La tassa d’imbarco, così com’è più semplicemente nota l’addizionale, è l’unico indennizzo economico pensato per le comunità di sedime. Dei 6,5 euro che ciascun viaggiatore versa inconsapevolmente nelle casse dello Stato nel momento in cui compra un biglietto aereo, una piccola parte di molto inferiore a un euro («briciole» secondo i sindaci di Malpensa) finisce infatti ai Comuni aeroportuali. Soltanto per Ferno, è una voce che a bilancio vale circa 300mila euro all’anno. Attorno a Malpensa – con importi differenti – ne beneficiano anche Lonate, Vizzola, Samarate, Somma, Cardano e Casorate.
Secondo il presidente Ancai la proposta non soltanto è irricevibile, ma anche tecnicamente di difficile percorribilità: «A noi arriva soltanto una parte: vogliono togliere solo quanto spetta ai Comuni o l’intera somma? Se fosse così il governo dovrebbe rinunciare tout court a 20-22 milioni di euro. Non la vedo una strada percorribile e non capisco nemmeno quanto possa essere utile sospendere la tassa d’imbarco. E’ togliendola che i passeggeri tornerebbero a volare? Non credo proprio»

malpensa Cerutti Ancai tassa imbarco

Dalle briciole al nulla?

Se il governo desse ascolto alle compagnie aeree per Ancai sarebbe «l’ennesimo colpo basso». Cerutti si augura che Roma risponda all’appello delle low cost «con fermezza ma anche con una politica di attenzione ed equilibrio istituzionale». Non va dimenticato infatti che la tassa d’imbarco è da sempre una nota dolente e che tra lo Stato e i Comuni aeroportuali italiani è persino in corso una causa legale perché a destinazione arriva sempre meno di quanto previsto dalla normativa. Secondo gli enti locali, infatti, negli anni si è accumulato un maxi mancato introito pari a 110 milioni di euro. Aggiungere altra benzina sul fuoco togliendo anche le “briciole” verrebbe giudicato da Cerutti come un inaccettabile affronto.

Le low cost si coalizzano: «Stop alla tassa d’imbarco. E non si aiuti solo Alitalia»

Cerutti Ancai tassa imbarco – MALPENSA24