Le low cost si coalizzano: «Stop alla tassa d’imbarco. E non si aiuti solo Alitalia»

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MALPENSA – Il governo non aiuti soltanto Alitalia e sospenda immediatamente l’addizionale sui diritti d’imbarco, ovvero la tassa che (in parte) finisce nelle casse dei Comuni aeroportuali. A chiederlo Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, da ieri riunite nella  nuova Associazione Italiana delle Compagnie Aeree Low Fares, per rappresentare gli interessi delle low cost nell’ambito delle relazioni con le autorità governative italiane e gli altri interlocutori istituzionali.

Non c’è solo Alitalia

L’associazione si chiama “Voliamo per l’Italia”. Non a caso ricordano, nel loro primo atto ufficiale, che oggi rappresentano più del 50% del traffico aereo italiano di corto raggio e che, grazie alla concorrenza da loro generata ormai vent’anni fa, il volume dei passeggeri in Italia dal 1997 è triplicato, favorendo business, occupazione e turismo. Esortano dunque il governo a proteggere «il settore del trasporto aereo nel suo insieme e non una singola compagnia, evitando di prendere iniziative che creino distorsione nella concorrenza tra vettori». In appendice, pure senza nominare Alitalia, l’invito rivolto dalla neonata associazione al governo è quello di non agire su base discriminatoria. Ogni eventuale aiuto, si legge, «dovrebbe essere disponibile su basi eque a tutte le compagnie aeree che operano nel mercato, in particolare quelle che hanno gli aeroplani basati e il personale assunto localmente, indipendentemente dal fatto di avere una licenza rilasciata in un altro Paese europeo».

Stop alla tassa d’imbarco

Così come aveva già dichiarato un mese fa easyJet, ora sono tutte le compagnie aeree low cost a chiedere ufficialmente al governo di sospendere l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco per consentire la ripresa del traffico, in particolare verso le regioni italiane, dopo il lockdown. Si parla di milioni di euro su cui, ogni anno, fanno affidamento anche i Comuni del sedime aeroportuale di Malpensa. Le compagnie considerano la tassa d’imbarco come un fardello per la ripresa del traffico aereo. «L’economia italiana è stata gravemente colpita dalla crisi dovuta al Covid-19 e quindi l’associazione è impegnata a offrire posti di lavoro e crescita economica – fanno sapere dall’associazione – e a ripristinare collegamenti e flussi turistici in tutta Italia nell’immediato futuro, al fine di sostenere una rapida ripartenza dell’economia italiana». In particolare, l’associazione si concentrerà sulle sfide e sulle opportunità esistenti per ripristinare la competitività del trasporto aereo italiano. Lo scopo sarà di assicurare che il trasporto aereo possa giocare un ruolo fondamentale nello stimolare l’economia italiana continuando a creare lavoro e aumentando il PIl del paese, assicurando così che il danno sofferto dall’Italia sia temporaneo e di breve durata.

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