Contagi in crescita, arriva Bertolaso. E scoppia il caso delle mascherine-swiffer

MILANO – L’emergenza non si ferma: in un giorno altri 1865 tamponi positivi, per un totale di 11685 contagiati in Lombardia. In provincia di Varese sono 158, altri 31 rispetto a ieri, 13 marzo. La risposta del sistema sanitario regionale rende orgoglioso il governatore Attilio Fontana («Stiamo facendo dei veri miracoli e e aver recuperato ogni giorno posti di terapia intensiva ha davvero dell’incredibile»), ma da Roma arriva un’altra doccia fredda. Dopo aver risposto “picche” sulla fornitura dei letti di terapia intensiva per il progetto dell’ospedale temporaneo alla Fiera di Milano (che il governatore intende rilanciare con l’aiuto del suo nuovo consulente Guido Bertolaso), dalla Protezione civile nazionale arriva il “bidone” delle «mascherine-swiffer», come le ha definite l’assessore all’economia Davide Caparini (nella foto) , paragonandole alle strisce di panno per pulire i pavimenti «con due tagli ai lati».

«Un foglio di carta igienica»

I dispositivi di protezione individuale, che Roma avrebbe dovuto mandare al ritmo di 250mila alla volta, sono stati immediatamente ritirati, dopo che si è scoperto che nel primo lotto «ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica, di Scottex», come ha fatto notare l’assessore al welfare Giulio Gallera. «A noi servono mascherine del tipo FPP2 o FPP3 o quelle chirurgiche, e invece sono state tutte ritirate perché non vanno in alcun modo bene per infermieri e medici». Non sarebbero nemmeno marchiate CE. Verranno usate al massimo dai volontari che portano la spesa a casa ad anziani e che hanno solo minimi contatti con le persone. «Non butteremo niente – spiega Gallera – ma non sono idonee ai sanitari». Arriva subito la replica del commissario all’emergenza Angelo Borrelli, che parla di problemi di approvvigionamento globale per le forniture di mascherine e invita a non fare polemiche.

Ospedale in Fiera: arriva Bertolaso

Eppure in Lombardia servono risposte immediate, perché il contagio continua a correre a ritmi costanti. Ecco perché il presidente Attilio Fontana ha deciso di affidarsi all’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso come consulente personale, con il compenso simbolico di un euro, per seguire il progetto della struttura temporanea da realizzare negli spazi del convention center MiCo alla vecchia Fiera di Milano. «Non potevo non accettare la richiesta di Fontana di dare una mano nella epocale battaglia contro il Covid-19 – le prime parole di Bertolaso – se ho aperto l’ospedale Spallanzani vent’anni fa e ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di Ebola forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo. Il mio pensiero va ai medici, quelli veri, agli infermieri e ai tecnici sanitari e farmacisti, che da settimane danno l’anima rischiando ogni istante per combattere e vincere questa battaglia».

I numeri di Gallera

Il bollettino di oggi, sabato 14 marzo, dell’assessore Gallera parla di 11.685 persone positive al coronavirus, ben 1.865 in più rispetto a ieri. Le persone ospedalizzate sono arrivate a 4.898, 463 in più, una crescita che non è esponenziale ma che non accenna nemmeno a diminuire. In terapia intensiva ci sono ormai ben 732 pazienti, 85 in più, mentre i decessi sono saliti a 966, altri 76 da ieri e i dimessi sono arrivati a 1.660, fortunatamente in crescita. Nelle terapie intensive sono già passati più di 1000 pazienti: ne sono stati dimessi 149 e sono 145 quelli deceduti. «È evidente – spiega Giulio Gallera – che il numero delle persone che continuano a entrare negli ospedali è sempre significativo, può non essere in ascesa, ma essere costante, cosa che porta comunque un continuo afflusso di persone. Il numero di dimessi riesce soltanto in parte a intervenire in parte sulla quantità di persone che entrano negli ospedali».

Medici anche da Cuba e Venezuela

Così Regione Lombardia deve continuare la sua «corsa contro il tempo» per mantenere il sistema sanitario al passo. Con nuovi medici e infermieri: sono arrivate 1600 domande e ne sono state valutate 692,  tuttavia «sono significativamente meno le persone che accettano – sottolinea l’assessore lombardo alla salute – devono sapere che entrano al lavoro negli ospedali lombardi in un momento complicato: la Lombardia e la Storia gliene sarà grata». Entreranno in servizio 74 medici laureati e 323 infermieri, 68 medici e 137 specializzandi. Arriverà personale anche dall’estero: alla call internazionale lanciata da Regione Lombardia hanno risposto Venezuela, Cina e Cuba. «Ai medici che accetteranno, daremo loro un luogo dove dormire e poter vivere» annuncia l’assessore.

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