Contagi, lento e costante miglioramento. Gallera sulle Rsa: «Polemiche ignobili»

MILANO – «In Lombardia stiamo assistendo a un lento, ma costante miglioramento». Con 1.089 nuovi casi di positività (meno di ieri, 5 aprile, ma anche con un minor numero di tamponi analizzati), i numeri del contagio rimangono sul “plateau”, come lo definiscono gli esperti, che prelude alla tanto attesa discesa. Con l’incognita Milano, provincia che (come peraltro Varese, seppur su numeri più bassi) continua a mantenere un andamento altalenante che ancora non fa capire se si è definitivamente stabilizzata. «Prepariamoci a una Pasqua diversa dalle altre, senza grigliate e gite fuori porta, ma con un bel pranzo fatto in casa» l’invito esplicito dell’assessore al welfare Giulio Gallera, che non risparmia nemmeno una serie di risposte agli attacchi che da più parti stanno arrivando nei confronti della gestione dell’emergenza da parte di Regione Lombardia. «Non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a stare in casa».

Il riepilogo dei numeri

Il dato più positivo di giornata, oggi lunedì 6 aprile, risiede nella diminuzione del numero di persone ricoverate per Covid-19 in Lombardia: meno 95, con il totale che scende a 11.914. I contagi totali sono 51.534, con un aumento di 1.089 rispetto a ieri, su 5.005 tamponi processati. Torna a salire invece il numero dei ricoverati in terapia intensiva: 1.343, più 26. Ma anche quello dei pazienti positivi dimessi dagli ospedali: altri 437 che portano il totale a 13.863. Supera le novemila unità infine il numero dei deceduti in Lombardia: 9.020, di cui 297 nelle ultime 24 ore.

I numeri sui territori

Altri 102 casi di positività in provincia di Varese, che porta il totale a 1.293, mentre torna a scendere il numero dei nuovi contagi nella Città metropolitana di Milano, più 308. «Soprattutto nelle aree più colpite (Cremona, Lodi, Bergamo e Brescia) ormai la linea ha arrestato la propria crescita e si sta lentamente abbassando. Questo è un bel dato – sottolinea l’assessore Gallera – l’unica area in cui non si capisce se la linea sale o si abbassa è proprio Milano e allora vuol dire che ci vuole un’attenzione molto forte perché rischiamo che sotto la brace stia ancora covando a Milano un numero ampio pronto a divampare».

Mobilità ancora in crescita

Una precisazione importante, anche perché i numeri del tracciamento delle celle telefoniche, svelati anche stavolta dal vicepresidente di Regione Fabrizio Sala, mostrano un trend di risalita della mobilità in Lombardia che non conforta: «Un +1% rispetto a domenica scorsa, con picchi tra le 12 e le 18 e stranamente anche alle 23 – spiega Sala – e mediamente l’1-1,5% in più di movimenti nel corso dell’ultima settimana lavorativa». Il grafico riproduce gli spostamenti dei cittadini lombardi che si muovono da un punto all’altro in base al cambio di celle cui si agganciano gli smartphone. Fatto 100 la data del 20 febbraio, giorno in cui è iniziata l’emergenza coronavirus, i valori rilevati nei giorni successivi dimostrano le variazioni della percentuale di spostamenti calcolata in base ai dati forniti dalle compagnie telefoniche.

Le risposte di Gallera

«Non abbiamo mai imposto alle RSA di prendere pazienti Covid-positivi né tantomeno abbiamo chiesto di metterli insieme agli anziani ospiti. Chi lo dice compie un atto ignobile, che non rende merito all’azione da noi fatta e alle cose scritte su atti ufficiali. Una vergogna di cui qualcuno risponderà anche davanti alla magistratura perché Regione Lombardia si è sempre mossa nella correttezza, mettendo la salute di tutti al primo posto». Con queste parole ferme l’assessore al welfare Giulio Gallera risponde alle polemiche che stanno divampando sulla delibera dell’8 marzo di Regione Lombardia che ha permesso a pazienti Covid di essere accolti nelle Rsa sul territorio. «Non accettiamo che nessuno infanghi il lavoro serio di Regione Lombardia. La verità non può essere travisata – spiega l’assessore – la delibera prevedeva per le Rsa, con una decisione volontaria, di mettere a disposizione a posti letto per i pazienti Covid-positivi. Ma solo in strutture autonome dal punto di vista strutturale e indipendenti dal punto di vista organizzativo». Quindi solo padiglioni autonomi dedicati ai pazienti Covid, per sgravare gli ospedali saturi.

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