Convegno, la nuova destra di Fratelli d’Italia: «Non si processano le idee»

Fratelli Italia convegno busto

BUSTO ARSIZIO – E’ tutta un’altra destra. Quella che questo pomeriggio, sabato 23 novembre, nella sala Tramogge dei Molini Marzoli di Busto Arsizio, ha organizzato un convegno in difesa della libertà di parola e di pensiero, intitolato “La mia idea non si processa” e contro i reati d’opinione.

Due stoccate alla Lega

Una destra, quella di Fratelli d’Italia, che ha fretta di chiudere (almeno stando a ciò che dicono gli esponenti più giovani anche dal palco) con un passato (che non rinnegano), ma che è passato: «Non parliamo di un fenomeno finito quasi settant’anni fa e che non abbiamo alcun interesse che torni», dice Andrea Tomasini. Il quale aggiunge: «Noi vogliamo contrastare il nulla che avanza e l’omologazione», della società e della politica che «ha toccato il suo punto più basso nella sfida social tra il movimento delle sardine e i gattini di Matteo Salvini». Una stoccata all’alleato leghista arriva anche dal sindaco di Luino e coordinatore provinciale di FdI Andrea Pellicini: «Ci distinguiamo da tutti. Anche dalla Lega che ormai non va quasi più in piazza se non per radunate oceaniche di Salvini. Ma poi si ferma lì. Noi invece siamo in mezzo alla gente e continuiamo a stare lì».

Fratelli Italia convegno busto

Il parterre e i relatori

La politica di partito ha avuto davvero poco spazio in sala Tramogge, dove a dare vita a un dibattito interessante, durante il quale non sono mancati importanti spunti di riflessione, c’erano l’onorevole Paola Frassinetti, l’avvocato Fausto Moscatelli, il magistrato Giuseppe Battarino e il direttore di Rete 55 Matteo Inzaghi. Moderati da Fabrizio Provera, il quale nell’introdurre i temi del dibattito ha attinto a piene mani dai pensieri di Massimo Fini, ma anche da versi di canzoni di Edoardo Bennato e Fabrizio De André, intellettuali e cantautori non solo di destra.

Fratelli Italia convegno busto

Tra il pubblico c’erano anche il sindaco Emanuele Antonelli e l’ex primo cittadino di Solbiate Olona Luigi Melis, il quale fuori dibattito ha spiegato di avere da tempo in tasca la tessera del partito della Meloni e che a breve verrà annunciato anche il suo ingresso ufficiale in FdI. Non sono poi mancati i volti storici della destra della provincia di Varese e tra questi Ninetto Pellegatta, ma anche il consigliere comunale di Gallarate e provinciale Giuseppe De Bernardi Martignoni. In sala c’erano anche Francesco Attolini, Mariella Meucci e Salvatore Marino.

Popolare e popolana

Checco Lattuada, considerato anche nel suo ambiente un eretico e tra gli ideatori e organizzatori del convegno, nel suo intervento di saluto ha parlato di una destra «moderna», che non deve fare i conti con lo spirito di libertà, perché «vuol stare dalla parte della libertà. Di opinione e di idee». Popolare, «perché siamo noi che stiamo raccogliendo le firme per far eleggere il presidente della Repubblica dal popolo». E che con un’immagine ha anche rivendicato il termine popolano da affiancare, con pari dignità, proprio a “popolare”. «Quando definiscono Giorgia Meloni popolana, dobbiamo essere orgogliosi. Perché la nostra è anche una destra popolana, come la casalinga con la sportina della spesa e il broccolo sotto il braccio che torna dal mercato».

Il saluto di Antonelli: «Non si processano le idee»

I temi

Quello di Paola Frassinetti è stato l’intervento più politico. La deputata ha parlato dell’attività parlamentare che sta portando avanti in difesa della libertà di idee e di opinioni, ha forzato un po’ la mano sulla volontà di attuare una riforma costituzionale che «prevede disposizioni transitorie (tra queste anche il divieto di riorganizzazione del disciolto Partito Nazionale Fascista ndr) e che in quanto tali andrebbero riviste» e ha concluso dicendo di credere «nella libertà di pensiero e nel fatto che la persecuzione delle idee sia una cosa penosa».

L’avvocato Moscatelli ha aperto il suo intervento con una battuta: «Molte delle cose che dirò le ho imparate da Checco Lattuada (Moscatelli è stato il suo avvocato difensore ndr)», ha fatto un paragone tra la libertà di pensiero in Italia, «dove sono giustamente previste alcune limitazioni» e nel resto d’Europa, «e in particolare in alcuni Paesi che dicono essere migliori di noi, ma in cui le limitazioni sono in realtà maggiori».

Del delicato e importante ruolo della magistratura rispetto a quelli che vengono definiti reati d’opinione, del rapporto tra il pensiero e la concretezza dell’azione, del fatto che le leggi non devono colpire una categoria, ma solo chi ha commesso il reato in questione ha parlato il giudice Battarino. Il quale ha anche riflettuto su come negli ultimi 40 anni la Repubblica «si è evoluta e ci ha fatto evolvere. Infatti, a quel tempo, io e l’onorevole Frassinetti, che eravamo più giovani, stavamo su sponde differenti. Se invece oggi siamo qui insieme a discutere e confrontarci sul tema, credo che questo si debba considerare un regalo della nostra democrazia».

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