Alfieri (Pd): «Pronti a reagire se i nostri frontalieri verranno discriminati»

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VARESE – A oggi, sottolinea il senatore del Pd Alessandro Alfieriil Canton Ticino ha da solo tanti contagi di Coronavirus quanti ne hanno insieme le province di Varese e Como. «Nonostante questi numeri abbiamo appreso nella giornata di ieri (11 marzo, ndr) che le misure introdotte dal Cantone sono decisamente meno forti di quelle applicate dall’Italia».

Controlli sanitari

Alessandro Alfieri pd governo autonomiaNon saranno infatti chiuse le scuole dell’obbligo, non sono previste restrizioni efficaci per bar e ristoranti e si potranno svolgere incontri, assemblee ed eventi fino ad un massimo di cinquanta persone. A questo si aggiungono le quotidiane segnalazioni di datori di lavoro ticinesi che pressano i lavoratori italiani a trasferirsi in Svizzera fino a maggio. «Devo sottolineare la collaborazione positiva con le autorità federali elvetiche – continua il capogruppo Pd in commissione esteri al Senato – allo stesso tempo le comunicazioni del pomeriggio delle autorità cantonali, in merito a controlli sanitari per i frontalieri italiani, destano invece preoccupazione».

No a controlli vessatori

Alfieri è esplicito nel chiarire la posizione italiana: «Se nelle prossime ore venissero messi in campo controlli vessatori nei confronti dei frontalieri non staremo a guardare, fino a valutare la chiusura dei valichi se dovessero verificarsi discriminazioni per i nostri connazionali. Questo non è il momento di fare forzature a sfondo politico, ma è il momento della collaborazione, a partire dall’individuare insieme le misure più efficaci contro i contagi da coronavirus. E il Canton Ticino può fare molto di più».

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