GALLARATE – È morto all’età di 68 anni l’ex prevosto di Gallarate monsignor Franco Carnevali. Era stato ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza per il coronavirus: non ce l’ha fatta per via di complicazioni polmonari. Legnanese di origine, già assistente spirituale dell’Azione Cattolica, don Franco Carnevali era stato Prevosto di Gallarate dal 2001 al 2012. Successivamente era stato nominato vicario episcopale della zona di Melegnano, per poi passare alla Comunità pastorale Santissima Trinità di Monza.
L’esperienza di Gallarate
A Gallarate don Franco Carnevali aveva avviato la comunità pastorale di San Cristoforo, mettendo insieme la parrocchia del “centro” di Santa Maria Assunta con quelle di Ronchi, Sciarè e Cedrate. Era stato anche protagonista degli anni delle contrapposizioni tra l’amministrazione comunale e la comunità islamica di Gallarate, anche con prese di posizione a favore del dialogo interreligioso e di una soluzione di compromesso (come la scelta di mettere a disposizione un luogo di preghiera per il Ramadan ad Arnate) che gli avevano causato critiche politiche molto forti.
Lo ricordano
«Ha fatto tanto bene alla vita di tanti. Lecco lo ricorda con affetto e con lui tutta la Diocesi. Suono ora le campane per lui». Così lo ricorda don Davide Milani, già responsabile dell’ufficio di comunicazioni sociali della Diocesi di Milano e oggi Prevosto di Lecco, città dove Carnevali era stato vicario parrocchiale prima di arrivare a Gallarate.
«Don Franco Carnevali ci ha lasciato. Se l’è portato via questo virus cieco e crudele, che ci ha impedito anche di accompagnarlo nei suoi ultimi giorni di sofferenza e che ci impedisce di piangerlo e salutarlo insieme.
Ha raggiunto mamma Milea e papà Achille – il ricordo di Franco Monaco, per l’Azione Cattolica di Legnano, amico di una vita di monsignor Carnevali – uomo e prete generoso, che dava tutto se stesso, con una dedizione totale, che noi talvolta gli rimproveravamo. Dotato di una forza, di una passione e di un carisma che facevano breccia nei suoi giovani, nei suoi collaboratori, nelle sue comunità».