Non si ferma: altri 546 morti e 3251 casi in Lombardia. Ora i tamponi ai medici

MILANO – Il weekend più duro della battaglia contro il coronavirus. Si apre con altri 3.251 tamponi positivi e 546 pazienti che non ce l’hanno fatta. Numeri sempre più drammatici, che fanno schizzare il conto complessivo dell’emergenza ad oltre 25mila contagiati e a più di 3000 vittime. Ma che non tolgono la speranza nella tanto attesa inversione di tendenza: «Tutti gli esperti ci avevano detto che i giorni più duri sarebbero stati sabato e domenica, il 13° e il 14° giorno dall’introduzione dell’effettiva misura di contenimento – sottolinea l’assessore al welfare Giulio Gallera – da lunedì, quindi, auspichiamo di avere una riduzione del contagio».

I numeri forniti da Gallera

I numeri però sono ancora da record. Negativo. Altri 3.251 casi positivi in Lombardia, per un totale che arriva a 25.515 contagiati. Altri 523 ospedalizzati: in tutto 8.258, di cui 1.095 ricoverati nelle terapie intensive, dove i posti disponibili sono 1.250. Ancora 546 decessi, che portano il dato delle vittime a 3.095 unità, in un mese di emergenza. Per fortuna sale anche il numero dei pazienti dimessi guariti: 2.139. A “trainare” questa crescita di contagi sono i dati della Città Metropolitana di Milano, che vede crescere di 868 i casi positivi, per un totale di 4.672, anche se il dato di Milano (più 279) non è in aumento, e Gallera fa sapere che «i pronto soccorso cittadini evidenziano una stabilità in queste ore». Continua a crescere anche il dato di Bergamo, che fa registrare ancora 715 pazienti positivi (5.869 in totale). In provincia di Varese il trend si conferma costante: con 21 nuovi casi positivi, il totale dei contagiati arriva a 359. Si tratta sempre della provincia meno colpita in proporzione alla popolazione.

Appello ai lombardi

L’assessore Gallera non si dà per vinto. Non perde la speranza che da lunedì 23 marzo, dopo due settimane piene di stop delle attività, possano finalmente farsi sentire gli effetti del distanziamento sociale. Il suo invito, ancora una volta, è quello di essere «diligenti e rigorosi» nel rispettare le misure. «Quello che può fare ogni cittadino è più importante di qualsiasi ordinanza» afferma Gallera, affiancato dall’assessore varesino all’ambiente Raffaele Cattaneo, che si sta occupando di sostenere la produzione delle mascherine. «Ognuno deve vincere la sfida di non contagiare e di contagiarsi. Serve grande determinazione, rimaniamo a casa e dimostriamo che siamo più forti del virus. Non possiamo accettare che il Coronavirus pieghi ulteriormente nostra economia e il Paese».

Tamponi ai medici

In attesa che il governo possa valutare nuove restrizioni, come chiede Regione Lombardia, alcune novità per il contrasto alla diffusione del coronavirus le metterà in campo la giunta di Attilio Fontana che si riunirà domani, 22 marzo. Le novità riguardano in primis il percorso di presa in carico dei pazienti, fino alla decisione di effettuare tamponi ai medici di medicina generale per i quali le ATS metteranno a disposizione degli ambulatori sui territori. Anche il personale sanitario che opera all’interno degli ospedali verrà monitorato con il rilevamento quotidiano della temperatura corporea e il tampone per tutti coloro che avranno più di 37 gradi. Scelte che erano state sollecitate nei giorni scorsi dal gruppo regionale del Pd e dal presidente della commissione sanità Emanuele Monti (Lega), ma che fino ad oggi Regione non aveva adottato in quanto non previste dai protocolli dell’Istituto superiore di sanità. «Anche l’Oms chiede di effettuare più tamponi – l’appello di ieri, 20 marzo, di Monti – soprattutto sul personale sanitario del territorio, che si trova in prima linea a contatto quotidiano con i cittadini e quindi più a rischio in questa emergenza».

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