L’anomalia lombarda: muore più del 10% dei contagiati. Il Pd: «Tamponi ai medici»

VARESE – C’è un dato che comincia a preoccupare molto in Lombardia, quello dei decessi per il coronavirus. L’ultimo bollettino di oggi, 18 marzo, parla di 1959 morti su 17.713 casi positivi totali. Più di un contagiato su dieci non ce l’ha fatta a sconfiggere l’infezione. «Un rapporto così alto potrebbe essere indice di una discrepanza tra il numero dei positivi rilevati e il numero dei positivi effettivi – l’allarme di Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd – altrimenti ci si dovrebbe seriamente interrogare sui motivi di una situazione della Regione Lombardia così diversa dagli altri contesti in cui l’epidemia viene monitorata».

Ospedali saturi

«Il dato che ci allarma tutti con angoscia – scrivono i consiglieri regionali del Partito Democratico – è il numero dei ricoverati, soprattutto nelle terapie intensive dei nostri ospedali che sono oramai sature. E ancora più allarmante è il numero di operatori sanitari degli ospedali, delle residenze per anziani e dei medici di famiglia, che nello svolgere il proprio lavoro, hanno contratto il virus in percentuali altissime». Il rischio, confortato dal tasso di mortalità registrato in Lombardia, anomalo rispetto ai parametri internazionali, è che molti malati vengano curati a casa, con gli ospedali ormai al collasso, portando così sui territori e sugli operatori che li seguono maggiori probabilità di essere contagiati. «È necessario potenziare il monitoraggio della popolazione» sostiene il consigliere regionale varesino Samuele Astuti, che sintetizza le proposte che il gruppo regionale del Pd lombardo ha fatto oggi a Governo e Regione.

Attenzione ai medici di famiglia

Due proposte concrete per fermare il contagio ed evitare il collasso del sistema sanitario. «Occorre un commissario per ogni ATS che connetta i servizi di assistenza ospedaliera con la medicina di territorio, in rapporto con i comuni, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta – la prima richiesta illustrata da Astuti – i medici di famiglia devono essere messi nelle migliori condizioni per lavorare in sicurezza e assistere i pazienti, a partire dalla fornitura certa e costante di mascherine e tute protettive e devono essere ascoltati perché hanno più di altri la cognizione della situazione. Per supportare e rinforzare il lavoro dei medici di famiglia andrebbe previsto l’affiancamento di giovani neolaureati in medicina e chirurgia».

Tamponi a tappeto

astuti fontana mascherina lombardiaLa seconda proposta ricalca il modello portato avanti dal Veneto e dall’Emilia Romagna: «Servono i tamponi a tutto il personale sanitario, al personale e ai pazienti delle RSA, ai lavoratori che non possono fare smart working e agli inquilini delle case popolari, dove il numero di anziani soli e le condizioni di fragilità diventano un grande fattore di rischio – invocano i Dem del Pirellone – oggi l’attenzione è concentrata sugli ospedali, ma la realtà è che tantissimi malati vengono oggi curati a casa, perché nei reparti non c’è spazio. Questi pazienti devono essere seguiti e la medicina territoriale in Lombardia è in ginocchio, i medici di famiglia si ammalano e le ATS sono quasi assenti». Il timore è che il picco sia ancora di là da venire: «Fermare il contagio è fondamentale, soprattutto nelle zone più densamente popolate, come la città metropolitana di Milano, dove gli effetti sarebbero ancora più devastanti».

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