Il virus fa altri 300 morti in Lombardia. «O restate a casa oppure misure più rigide»

MILANO – Il contagio continua a crescere, anche se con numeri leggermente inferiori, ma per Regione Lombardia serve maggiore consapevolezza. «Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità ma, se si dovesse andare avanti, chiederemo al Governo anche le maniere forti». Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana lancia un appello ai lombardi, preannunciando la possibilità di un nuovo inasprimento delle misure per il contenimento del coronavirus. «Dovete stare a casa – le parole del governatore – stiamo chiedendo un sacrificio per salvare vite umane. È un appello che faccio tutti i giorni, lo sto dicendo in modo educato, fra poco bisognerà cambiare tono perché se non la capite con le buone dovremo essere un poco più aggressivi: non dovete uscire. Purtroppo i numeri del contagio non si riducono, continuano ad essere alti; ogni uscita è un rischio per voi e per altri».

I numeri di Gallera

«I numeri sono quelli di una continua battaglia, i dati crescono quasi tutti in maniera inferiore rispetto a ieri, elemento di cui dobbiamo prendere atto in maniera positiva» fa notare l’assessore al welfare Giulio Gallera, nel quotidiano appuntamento con la stampa. «Oggi (18 marzo) sono 17.713 i positivi, con una crescita di 1.493, inferiore a ieri. I pazienti ospedalizzati salgono a 7285 (+332), le persone in terapia intensiva a 924 (+45). Il numero dei decessi però continua a crescere in maniera importante, siamo arrivati a 1959 morti, con una crescita di 300 rispetto a ieri». In provincia di Varese altri 33 casi positivi, che portano il totale a 265. Brescia continua a crescere più di Bergamo, ma adesso inizia a preoccupare la situazione della Città metropolitana di Milano, dove i casi positivi al coronavirus sono saliti a quota «2.644, con una crescita significativa di 318». Un dato che, ammonisce l’assessore, «deve portare i milanesi a una maggiore responsabilizzazione. La Montagnetta (il parco del Monte Stella in zona San Siro, ndr) oggi era piena di cittadini che andavano in bicicletta e correvano, non va bene così. Capisco che è difficile, ma è un sacrificio necessario». Anche Gallera si unisce all’appello di Fontana: «Resistiamo: restiamo in casa, vinceremo noi!».

Ospedali al limite

Anche perché, se è vero che i dati mostrano un timido rallentamento, «il termometro dei nostri ospedali è ancora di grande difficoltà – ammette l’assessore al welfare – c’è qualche spiraglio in qualche ospedale, ma la situazione è ancora di grande difficoltà». I respiratori della Protezione civile sono iniziati ad arrivare, «in parallelo» con quelli che si stanno cercando per l’ospedale in Fiera, che «non sottrarranno nulla alle esigenze delle rianimazioni» chiariscono Fontana e Gallera. E arrivano anche nuovi infermieri e medici, oltre a quelli cinesi: «Assunti ben 180 infermieri laureatisi nelle settimane scorse in anticipo, li stiamo già distribuendo nelle aziende ospedaliere e da domani ci sarà questa bella boccata d’ossigeno – annuncia l’assessore – e stanno arrivando anche gli specializzandi al quarto e quinto anno. Abbiamo assunto circa 40 medici e c’è qualche pensionato che si sta presentando. Li invitiamo a darci una mano».

Tamponi ai medici?

A proposito di medici, è di oggi, 18 marzo, la lettera di 52 sindaci di centrosinistra della Città Metropolitana di Milano che chiedono a Regione un’estensione dei tamponi per il coronavirus anche ai soggetti asintomatici, al personale sanitario e ai medici, su modello di quanto già proposto in Veneto ed Emilia-Romagna. «Noi seguiamo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, che ci ha detto che si dovevano fare i tamponi solo alle persone sintomatiche e a coloro che arrivano a pronto soccorso con sintomi – la risposta dell’assessore Giulio Gallera – non tutti gli operatori degli ospedali fanno il tampone, ma solo se hanno avuto contatti diretti di un paziente positivo. Se un cittadino ha avuto un contatto diretto, lo mettiamo in isolamento domiciliare, ma gli operatori sanitari devono poter lavorare. Non possiamo dirgli di stare a casa. Queste sono le linee guida a cui ci siamo sempre attenuti».

lombardia coronavirus fontana gallera – MALPENSA24