Lombardia come la Cina: ospedale in Fiera «in 10 giorni». Ma servono i macchinari

MILANO – Un ospedale in 10 giorni per il coronavirus. Come a Wuhan. «La sfida è essere più bravi dei cinesi. Dal momento in cui partiremo, ho l’obiettivo di chiudere i lavori in 10 giorni». A dirlo è Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, che ha accettato l’ambiziosa richiesta di Regione Lombardia di mettere a punto in tempi brevissimi un ospedale temporaneo per ospitare 400 letti di terapia intensiva per far fronte all’emergenza Covid-19. L’ente ha messo a disposizione due padiglioni della vecchia Fiera attualmente inutilizzati al Portello (nell’area destinata al progetto del nuovo stadio del Milan, poi sfumato), rispettivamente da 12mila e 13mila metri quadrati, in cui installare i moduli-container – di cui il primo prototipo è già stato realizzato, con 10 posti letto (quattro di terapia intensiva e sei di sub-intensiva), gli spogliatoi e le docce – e tutti i servizi necessari (tra cui un ristorante per il personale) per ospitare una vera e propria struttura ospedaliera all’avanguardia.

Il sopralluogo

Oggi pomeriggio, 16 marzo, il presidente di Fondazione Fiera ha aperto le porte al governatore Attilio Fontana e al suo staff, tra cui il vicepresidente Fabrizio Sala e l’assessore al welfare Giulio Gallera, per mostrare location, prototipi e progetto, già pronto. «L’abbiamo presentato al commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ci ha promesso una risposta per domani, 17 marzo – spiega Fontana – se alcuni problemi ce li risolverà la Protezione civile, ne saremo molto contenti. Ma noi partiamo comunque». Il presidente lombardo ha rivelato anche che i costi per la realizzazione della struttura potranno essere «coperti quasi interamente da fondi privati». Sono già pervenute cifre consistenti, con donazioni da 500mila euro e addirittura un milione. In campo anche il neo-consulente del governatore, l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.

L’esordio di Guido Bertolaso

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«Sono sicuro che riusciremo a fare un lavoro straordinario, anche con la collaborazione delle forze migliori del Paese» le prime dichiarazioni di Bertolaso.

Il sogno lombardo

La nuova struttura potrà essere realizzata in dieci giorni, non appena ci saranno certezze sulla disponibilità delle attrezzature necessarie per le terapie intensive, in particolare i ventilatori polmonari che Regione (attraverso una “call internazionale”) e Protezione civile nazionale stanno faticosamente cercando di recuperare. «Potrebbe diventare un punto di riferimento per tutto il Paese qualora, come non ci auguriamo, il virus si diffondesse in altre regioni» sottolinea Fontana. «Sarebbe una risposta di sistema» gli fa eco l’assessore Giulio Gallera, rispetto all’affanno che la Lombardia soffre sul fronte delle terapie intensive, con sforzi quotidiani per recuperare nuovi posti letto e per trasferire pazienti . «I nostri ospedali sono sotto pressione, ma reggeremo fino a che non sarà pronto questo modulo e finché le forze ci sorreggeranno – ammette Gallera – potrebbe essere una straordinaria boccata di ossigeno». Letteralmente, perché sono proprio i macchinari che danno ossigeno che oggi servono per concretizzare questo progetto.

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