In Lombardia 1200 morti e 2000 guariti: il contagio cresce, ma la battaglia continua

MILANO – I numeri del contagio non si fermano, ma la Lombardia non molla. «Siamo sulla strada giusta» sottolinea l’assessore al welfare Giulio Gallera, invitando i lombardi alla responsabilità dei loro comportamenti. «Le nostre città sono molto vuote»: e gli effetti di questa attenzione «si vedranno fra una settimana, dato che il virus ha un’incubazione tra i 7 e 10 giorni, fino ad un massimo di 14, e chi ha avuto una vita relazionale fino a sabato o domenica della settimana scorsa (7-8 marzo) evidentemente potrà manifestare sintomi del coronavirus anche nei prossimi giorni». Arrivano buone notizie sul fronte dei letti di terapia intensiva: «Li abbiamo aumentati dell’80% dall’inizio dell’emergenza».

Casi positivi oltre i 13mila

I numeri, prima di tutto. «Evidenziano una crescita costante, ma non esponenziale – ribadisce anche oggi, domenica 15 marzo, l’assessore Giulio Gallera – questo è un elemento che ci deve rafforzare nel continuare la battaglia». Fa scalpore il numero di morti: 252 solo nelle ultime 24 ore, il che fa salire a 1.218 il totale dei decessi in Lombardia per il Coronavirus. I casi positivi sono complessivamente 13.272, più 1.587 rispetto a ieri. I ricoverati in ospedale salgono a 4.898, più 602, mentre i ricoveri in terapia intensiva aumentano solo di 25, e sono 757 in totale. I pazienti dimessi dagli ospedali, guariti dall’infezione, hanno superato le 2000 unità. In provincia di Varese la crescita dei tamponi positivi è costante: sono saliti a 184, da giorni ormai sui 25-30 casi al giorno in più. L’epicentro del problema continua ad essere tra Bergamo (3.416 positivi al virus, +552 rispetto a ieri) e Brescia (2.463 casi, +351).

Terapie intensive: più 80%

Ma la risposta della Lombardia c’è. «Abbiamo raggiunto 1.200 posti in terapia intensiva, di cui ad oggi 924 dedicati ai pazienti Covid» annuncia l’assessore Gallera. Era questo «l’aspetto più delicato, perché dopo 24 giorni di ospedali allo stremo, non molliamo e stiamo facendo uno sforzo titanico che stupisce e commuove noi e i dirigenti», ha precisato Gallera. Un risultato ottenuto grazie «alla capacità delle nostre strutture di dare risposte utilizzando tutto quello che hanno, chiudendo sale operatorie e usando i respiratori per i malati con coronavirus e polmonite», ma anche grazie alla riorganizzazione con gli ospedali hub che ha permesso di chiudere in molte strutture «unità coronariche e stroke», e all’apporto significativo della sanità privata. Continua anche la sfida del reclutamento di medici e della fornitura di presidi. «Oggi abbiamo recuperato 700mila mascherine che ci consentono di andare avanti 2 giorni e mezzo o anche 3».

La polemica sulle mascherine-swiffer

Le mascherine dello scandalo. «Il ministro Francesco Boccia ha ricordato che sono state inviate 500mila mascherine in Lombardia, noi lo ringraziamo ma ne abbiamo bisogno di 300mila al giorno» la puntualizzazione di Gallera, che non rinuncia a ribadire che «se una consegna di 500mila mascherine viene considerata importante, forse non c’è la percezione della battaglia che stiamo vivendo qua». Ma il caso lo aveva chiuso poche ore prima il governatore Attilio Fontana, difendendo i suoi assessori Gallera e Caparini dagli attacchi: «Non voglio fare nessun tipo di polemica, voglio concentrarmi sulle cose da fare e continuare a collaborare con la protezione civile. Presumo sia stato un errore, ci siamo trovati un po’ in difficoltà. Facevamo affidamento proprio su queste mascherine. Io cerco di sdrammatizzare sempre ma, dopo tre settimane di lavoro, capisco l’assessore».

Ospedale in Fiera, avanti tutta

Giulio Gallera continua a confidare di poter realizzare l’ospedale alla Fiera di Milano per l’emergenza coronavirus: «Sarebbe una risposta molto importante, visto che i numeri continuano a crescere. Per la cura dei nostri cittadini non vogliamo mollare, abbiamo chiamato il numero uno, Guido Bertolaso, che ha il compito di fare quest’impresa». La speranza è che i contatti internazionali dell’ex capo della Protezione civile possano sbloccare le attrezzature che servono per allestire il maxi-padiglione al MiCo. «Lo facciamo per il bene dei lombardi, degli italiani e degli europei. Un modulo del genere può essere spostato e portato in altri Paesi Ue». Il presidente Attilio Fontana ha assicurato che il progetto non si ferma, dopo averne discusso in conference call con il neo commissario straordinario Domenico Arcuri: «Ho avuto la conferma che entro una settimana dovrebbero arrivare circa 140 respiratori. Sul nuovo ospedale ha chiesto ulteriore tempo per capire se riesca a rispondere alle nostre richieste. Intanto stiamo cercando anche autonomamente altri respiratori per mettere insieme quanto riesce a trovare la Protezione civile e quanto troviamo noi».

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