BUSTO ARSIZIO – La provincia di Varese e l’Altomilanese continuano ad avere un ritmo di crescita del contagio molto più lento rispetto alle zone più colpite della Lombardia. In questo senso, il dato di ieri, 17 marzo, è emblematico: solo 18 nuovi casi positivi che hanno portato il totale a 202. Non può indurre ad abbassare la guardia, ma rispetto ai numeri drammatici che registrano le province di Bergamo e Brescia la realtà del Varesotto è completamente differente.
Il virus arriva da sud
Il contagio è, sin dall’inizio dell’emergenza, più forte nella zona sud della provincia di Varese, a partire da Caronno Pertusella, primo “epicentro” con 27 casi positivi, a cui si stanno ormai avvicinando Busto Arsizio (23 casi) e Saronno (19 casi), mentre Gallarate conta 10 casi e Cassano Magnago sempre 7. Nel capoluogo Varese sono invece 13, mentre nel nord della provincia i casi appaiono più dispersi, anche se il coronavirus è arrivato pure a Laveno Mombello. Allargando la visione territoriale all’Altomilanese si scopre però che la città più colpita è ormai Legnano, con 30 contagiati. Numeri in crescita anche nella “cintura” attorno a Busto e Legnano, con 9 casi a San Vittore Olona, 7 a Busto Garolfo, 6 a Cerro Maggiore, 4 a Magnago, 2 a ciascuno a Dairago e Villa Cortese e il primo a Vanzaghello. Ricordiamo sempre che le statistiche ufficiali di Regione Lombardia conteggiano i casi in modo progressivo: i numeri comprendono anche le persone decedute e quelle già guarite.
Primo caso a Solbiate Olona
In valle Olona la mappa dei Comuni toccati dal Covid-19, dopo Cairate e dopo il primo decesso registrato a Olgiate Olona, si allarga anche a Solbiate Olona, dove il sindaco Roberto Saporiti ha annunciato il primo caso positivo sul suo territorio comunale: «Questa volta, purtroppo, è confermato che anche nel nostro paese esiste un caso di positività al Coronavirus. Lo stesso è già sotto trattamento da parte delle autorità sanitarie che stanno applicando i protocolli previsti in tale circostanza. Per sconfiggere la propagazione del virus c’è un solo modo: restare a casa e uscire solo quando è veramente indispensabile secondo le modalità che ci vengono ricordate in ogni momento. E seguire scrupolosamente le indicazioni igienico-sanitarie dettate dal Ministero della Salute».