Il virus non rallenta in Lombardia: 16.220 casi, 234 a Varese. «Troppi spostamenti»

I casi positivi al coronavirus suddivisi per le varie province lombarde, nel grafico elaborato da Emanuele Monti

MILANO – Quando rallenterà la corsa del coronavirus? È la domanda che si fanno tutti, a quasi dieci giorni dal blocco totale della Lombardia, con i numeri del contagio che non accennano a scendere. Anche oggi, quasi 1600 tamponi positivi in più, altri 220 decessi e 56 pazienti in più ricoverati in terapia intensiva. «Il cambiamento di rotta ci sarà quando si vedrà l’efficacia delle misure – sottolinea il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana – penso si inizieranno a vedere i cambiamenti giovedì (19 marzo, ndr), dopo una settimana e qualche giorno dall’inizio dei provvedimenti». Ma c’è ancora «troppa gente in giro», come fa notare il vicepresidente Fabrizio Sala, svelando uno studio sulla mobilità dei cittadini lombardi, attivato in collaborazione con i gestori telefonici.

I dati delle celle telefoniche

C’è ancora un 40% di lombardi che si sposta, rispetto a prima dell’emergenza. Lo si calcola grazie ad «una tecnologia che si basa sulla lettura delle celle telefoniche a cui si agganciano i telefonini, attivata in collaborazione con le compagnie telefoniche di rete mobile – spiega Sala – fatto 100 la movimentazione della popolazione il 20 febbraio, mostra l’andamento dello spostamento delle persone. Siamo purtroppo poco sopra il 40%». Un dato che «non è ancora abbastanza basso» per mostrare la diligenza della popolazione nel rispondere agli appelli a stare a casa. «Le persone quindi si sono spostate anche di 300 o 500 metri. Magari tra questi c’è chi lavora e lo ringraziamo. Ma a chi si muove per motivi superflui, continuiamo a chiedere di stare in casa».

Il bollettino del contagio

Anche perché il rigore in questo momento è decisivo, per contenere il contagio. I numeri continuano a crescere. Oggi, 17 marzo, sono salite a 16.220 le persone risultate positive al Coronavirus in Lombardia, 1.571 più di ieri. I ricoverati in ospedale aumentano: 6.953 (+782). Quelli in terapia intensiva sono 879 (+56), mentre il numero dei decessi arriva a quota 1.640 (altri 220 in più rispetto a ieri). Regione Lombardia tiene il passo: in totale i posti in terapia intensiva per pazienti Covid sono saliti a 1030, fa notare l’assessore al welfare Giulio Gallera. Grazie anche ai 44 respiratori arrivati dalla Protezione Civile nazionale e dalla Croce Rossa, mentre domani verranno aperti 16 nuovi posti letto di terapia intensiva all’ospedale San Carlo di Milano.

Il mondo in aiuto

Nella sfida «titanica» per tenere botta rispetto alla crescita del contagio, la Lombardia trova ogni giorno nuovi alleati. Domani, 18 marzo, atterrano a Malpensa dalla Cina i primi «sette medici di terapia intensiva e tre tra tecnici e infermieri, di un gruppo di 300 persone circa in arrivo per darci man forte» dal Paese che per primo ha combattuto la battaglia contro il Covid-19. Sempre domani, aggiunge Gallera, «i primi medici dagli Stati Uniti cominceranno ad allestire un ospedale da campo nell’area dell’ospedale di Cremona, con 60 posti di cui sei di terapia intensiva». Un’iniziativa dei cristiani evangelici della Ong Samaritan’s Purse.

Generosità lombarda

Oggi sono arrivate anche le cospicue donazioni da 10 milioni di Silvio Berlusconi, Giuseppe Caprotti (Esselunga) e Moncler, a sostegno dell’ambizioso progetto dell’ospedale in Fiera. «Ma ringraziamo anche il popolo dei lombardi che anche con un euro o cinque euro sta donando – sottolinea Fabrizio Sala – lo sforzo messo in campo da tutta la popolazione è apprezzato e serve». A proposito dell’ospedale temporaneo al Portello, l’assessore Gallera ha ribadito che Legnano e gli altri ospedali dismessi sono opzioni che sono state scartate dai tecnici. «Cerchiamo di utilizzare al meglio le risorse e gli spazi che abbiamo – le parole del delegato al welfare – non abbiamo lasciato nulla di intentato, non a caso l’ospedale di Sondalo è tornato ad essere un punto di riferimento, e stiamo utilizzando l’ospedale di Cuasso al Monte e i Pot come Bollate». E di fronte ad un virus che non demorde, non è tempo di fare polemiche.

lombardia coronavirus spostamenti varese – MALPENSA24