M24 TV – Gnocchi (OCG): «La battaglia per salvare l’ospedale di Gallarate non si ferma»

LONATE POZZOLO – «Tra le 13mila firme ci sono anche quelle della gran parte dei medici e paramedic in servizio al Sant’Antonio Abate. Convinti, come noi, che un presidio ospedaliero a Gallarate debba essere mantenuto». Lo dice di fronte alle telecamere di Malpensa24 Web Tv Massimo Gnocchi, consigliere comunale di Obiettivo Comune Gallarate, la lista civica che ha promosso la petizione per salvare l’ospedale Sant’Antonio Abate. «Non chiediamo che si mantengano in vita due ospedali identici e perfettamente funzionanti. Sarebbe sufficiente un presidio di assistenza immediata per le criticità e le cronicità. Ma la presenza di un ospedale nella terza città della Provincia va salvata».

L’intervista integrale

La partita, per il capogruppo di OCG, si gioca sull’Accordo di Programma del “dismettendo” ospedale Sant’Antonio Abate: «Ci sono dei reparti nuovi che andrebbero mantenuti in attività. E si dovrebbe prevedere una presenza significativa di ambulatori». Insomma, per i promotori della petizione non basta il futuro da Casa di Comunità con 20 posti letto che Regione ha previsto per quel che rimarrà dell’attuale ospedale. E la battaglia continua: «Con il passaggio in commissione sanità, non c’è stata una risoluzione ma nemmeno un’archiviazione della nostra petizione – ricorda Massimo Gnocchi – l’obiettivo è arrivare a discuterla in consiglio regionale».

La risposta al sindaco Cassani

«Dire che Regione Lombardia stia facendo esattamente quello che la petizione sul mantenimento dell’ospedale di Gallarate chiede non risponde a verità – aggiunge Massimo Gnocchi – ad ora il destino del Sant’Antonio Abate, infatti, è la chiusura e raccontare il contrario non risolve il problema sanitario. Peggio ha fatto però il sindaco Cassani a dire che oltre 13mila firme sono “carta straccia” perché, al di là del merito, dietro a queste parole traspare l’insofferenza di chi non sopporta che la gente comune esprima democraticamente la propria opinione su un tema tanto delicato come la sanità locale. È imbarazzante ascoltare parole così. A nome di tutti i firmatari mi sento di ringraziare alcuni consiglieri regionali (Ferrazzi, Licata e Astuti) per aver voluto ricordare che dopo la audizione è necessario, come da regolamento, dare una risposta in commissione sanità a tutte queste firme. A tale proposito, visto che siamo in campagna elettorale, penso che non sarebbe male se i candidati del territorio esprimessero su questo tema la loro opinione. Per esempio Mantovani lo ha fatto e le sue parole sono state incoraggianti visto che ha detto chiaramente che il Sant’Antonio Abate, come a Busto l’attuale ospedale, non possono essere “espropriati” e che anzi devono mantenere un rapporto col territorio. Ovvero, focalizzando su Gallarate, che sostanzialmente non deve chiudere o almeno non tutti i servizi».

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