Carlo Cottarelli a Varese: «In Europa serve una tassazione armonizzata»

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VARESE – Tra i pessimismi di Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, e la visione più rosea di Luciano Fontana, direttore de Il Corriere della Sera, si è conclusa il 9 aprile, nell’Aula Magna dell’Università Insubria, la rassegna “Che cosa l’Europa fa per me?” ideata e diretta da Cristina Bellon, collaboratrice de La Stampa-Tuttogreen, ed organizzata da CSA Client & Project Supervisors Association, con il patrocinio dell’Università degli Studi Insubria di Varese, della Provincia di Varese, del Comune di Varese, della Camera di Commercio di Varese, della Fondazione Giacomo Ascoli.

Tra il pubblico c’erano il sindaco Galimberti, cui è spettato il saluto iniziale, l’assessore alla Cultura Roberto Cecchi, il presidente della Camera di commercio Fabio Lunghi e il presidente della Fondazione Giacomo Ascoli che hanno sostenuto la rassegna, il presidente del Consiglio notarile di Milano Ignazio Leotta, la presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Vera Stigliano, il presidente dei Corsi di Scienze Comunicazione Giulio Facchetti e l’esperto in diritto dell’Unione Europea Vincenzo Salvatore, entrambi docenti dell’Università Insubria;

Dopo il riassunto a cura di Cristina Bellon della puntata di domenica 7 aprile, che vedeva in primo piano la parte sovranista rappresentata dal Sottosegretario Giancarlo Giorgetti e dal viceministro Dario Galli, il testimone è passato a Massimo Gaudina, rappresentante della Commissione Europea a Milano, anche lui protagonista del dibattito.  Con chiarezza e trasparenza, ha spiegato le funzioni e il ruolo dell’Europa, parlando di punti di forza e di questioni da migliorare. «I rappresentanti non sono burocrati, ma politici che sono indicati dai governi e votati democraticamente dal parlamento europeo. Loro propongono, ma la decisione finale spetta agli Stati membri».

Tutti gli occhi erano puntati su Carlo Cottarelli, economista con un lungo passato al Fondo Monetario Internazionale, e premier di un governo tecnico durato solo quattro giorni di maggio.  «Il bilancio dell’Ue – ha spiegato Cottarelli – è pari all’1% del prodotto interno lordo di Paesi membri, nulla se confrontato con quello del bilancio federale americano che equivale al 25% del Pil».

Un  bilancio comune molto più grande «potrebbe rendere più visibile l’Europa ai cittadini, che riceverebbero la pensione o il sussidio di disoccupazione dall’Europa, e altri servizi comuni», ha detto Cottarelli. Un desiderio che lui stesso ha definito troppo lontano. Nell’Europa che vorrebbe «è necessaria un’armonizzazione della tassazione, altrimenti gli Stati si fanno concorrenza tra di loro».

Anche il parere di Fontana era concorde con quello degli altri relatori: rimanere nell’Euro è l’unica strada percorribile. I consigli: «Votate – ha concluso Cottarelli – e poi fate battaglie sulla rete, oggi dominata dai sovranisti».

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